4 Maggio 2020

 

Con studio e fantasia: Raffaello artista “universale”

 

Conversazione con la Prof.ssa Marzia Faietti

 

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Nuovo appuntamento, questa volta sulla figura di Raffello a 500 anni dalla sua morte e in occasione della grande mostra a lui dedicata in corso di svolgimento alle Scuderie del Quirinale a Roma. Ad illustrarcela la Prof.ssa Marzia Faietti, studiosa di Raffello, Collaboratrice del Museo degli Uffizzi e Curatrice della Mostra in corso in questi mesi alle Scuderie del Quirinale a Roma.

 

Chi non conosce quest’artista che morì giovanissimo, probabilmente per un Virus ( eccezionale legame con i tempi attuali )? Tutti direi. Molti non sanno, però, che egli rappresenta uno snodo fondamentale non solo nell’ evoluzione dei canoni artistici della Pittura rinascimentale, ma anche della Letteratura e della Cultura del tempo.
Dice Ludovico Dolce nel suo: Dialogo della Pittura intitolato l’Aretino (Vinegia 1557)
“Michelagnolo ha preso del nudo la forma più terribile e ricercata, e Rafaello la più piacevole e graziosa; onde alcuni hanno comparato Michelagnolo a Dante e Rafaello al Petrarca”. In Dante ci è sugo e dottrina, e nel Petrarca solo leggiadrezza di stilo et ornamenti poetici”.

 

 

Il 6 aprile 1520 muore a Roma, a trentasette anni, Raffaello Sanzio, il più grande pittore del Rinascimento. La città sembra fermarsi nella commozione e nel rimpianto, mentre la notizia della scomparsa si diffonde con incredibile rapidità in tutte le corti europee.

 

 

S’interrompeva non solo un percorso artistico senza precedenti, ma anche l’ambizioso progetto di ricostruzione grafica della Roma antica, commissionato dal Pontefice, che avrebbe riscattato dopo secoli di oblio e rovina la grandezza e la nobiltà della capitale dei Cesari, affermando inoltre una nuova idea di tutela.

 

 

Sepolto, secondo le sue ultime volontà, nel Pantheon, simbolo della continuità fra diverse tradizioni di culto, forse l’esempio più emblematico dell’architettura classica, Raffaello diviene immediatamente oggetto di un processo di divinizzazione, mai veramente interrotto, che ci consegna oggi la perfezione e l’armonia della sua arte.

 

 

A distanza di cinquecento anni, la mostra organizzata alle Scuderie del Quirinale, racconta la sua storia e insieme quella di tutta la cultura figurativa occidentale che l’ha considerato un modello imprescindibile.
Il suo breve, luminoso percorso ha cambiato per sempre la storia delle arti e del gusto: Raffaello rivive nelle sale dell’esposizione che lo celebra come genio universale.