25 Marzo 2020

 

Giorno del Capodanno Fiorentino e Senese

 

Una Lettera di riflessione

 

del Past Direttore Internazionale

 

Massimo Fabio

 

 

Il Capodanno fiorentino è una delle festività ufficiali del Comune di Firenze e si celebra il 25 marzo di ogni anno.
Tale festività ricorda che, per la città di Firenze, l’anno civile, fino al 1750, cominciava il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica aveva collocato la festa dell’Annunciazione. La festa era stata collocata al 25 marzo in corrispondenza del nono mese antecedente la nascita di Gesù a indicare la sua Incarnazione.
Nel 1582 entrò in vigore il calendario gregoriano che fissava l’inizio dell’anno al 1º gennaio, ma Firenze continuò a considerare il 25 marzo come il suo Capodanno.
Nel 1749, il Granduca Francesco III di Lorena (Francesco Stefano, imperatore col nome di Francesco I) impose la data del 1º gennaio come giorno ufficiale per l’inizio dell’anno.
La Festa del 25 marzo si celebra solennemente nella Basilica della Santissima Annunziata, fondata dai Servi di Maria nel XIII secolo.
Quest’anno non potrà sfilare il corteo storico, non ci saranno concerti e non si potranno visitare i musei. E’ un 25 marzo diverso, meno felice e meno festoso, con un pensiero a chi sta lottando contro l’emergenza Sanitaria creata dal Virus Covid 19, sia nelle strutture ospedaliere sia nella fornitura dei servizi. 
I Lions fiorentini, non potranno organizzare il tradizionale Concerto nella Chiesa di San Gaetano, il cui ricavato andava a costituire delle Borse di Studio a favore degli alunni della Scuola di Musica di Fiesole.
In questa atmosfera, pubblichiamo una lettera aperta del nostro Socio, Past Direttore Internazionale, Massimo Fabio che partendo dall’ideale legame tra le città di Siena e Firenze esprime alcune considerazioni sul significato di essere Lions.

 

Amici carissimi.
In questi tempi di forzata separazione non ci resta altro che scambiarci, attraverso moderni marchingegni, parole di saluto, di consolazione e di solidarietà,  per manifestare quei vincoli di sentimenti e valori che, mai come in questi momenti, ci aiutano ad affrontare una prova che tutti dicono epocale.
Noi Lions abbiamo la fortuna di avere principi e valori così profondi da consentirci di vivere il dramma umanitario della pandemia con serena consapevolezza dell’esito finale inserito saldamente nel profondo della nostra anima generosa e solidale.

 

 

Ieri, 25  marzo 2020, si è celebrato , per quello che si è potuto, l’anniversario del Natale di Firenze e di Siena: due luminosi esempi  della grandezza dell’umanità, ciascuna con caratteristiche  e storie  diverse. Antagoniste contrapposte e nello stesso tempo unite, gelose ognuna della propria identità. Siena ha celebrato la ricorrenza esponendo dal Palazzo Comunale e in tutte la case della città, le bandiere delle diciassette Contrade  mentre le campane di tutte le chiese invadevano la città con il loro suono gioioso: un momento solenne e commovente che ha  accomunato tutto il popolo senese. Firenze non ha potuto fare nessuna cerimonia, ma ha ricevuto attraverso i Social, una serie affettuosa e rispettosa di auguri di buon compleanno da parte di tante persone note o sconosciute, unite dalla sicura speranza di una ripresa degna della migliore tradizione della città.

 

 

 

 

Come si è potuto celebrare il “Dante-Dì”,  se non è stato possibile uscire da casa, né fare pubbliche cerimonie?  Anche in questo caso non è mancata l’inventiva e la dimostrazione del profondo affetto di Firenze  per quel suo “ghibellin fuggiasco” che illumina da secoli la lingua degli italiani  ed  il pensiero degli esseri umani.  Dante: il “guelfo bianco” che il poeta  definisce “ghibellino” proprio per il suo esser fuggiasco. Tanta gente che dalle finestre delle case dove è costretta, ha recitato, per se stessa e per il mondo intero, brani e versi del Sommo poeta; un modo semplice e affettuoso di salutare il giorno dedicato al più autentico, seppur fuggiasco, figlio e padre di Firenze.
Cari amici. Più volte, in questi ultimi anni, mi avrete sentito citare, in varie occasioni,  un antico proverbio arabo: “Fermiamoci un momento, arriveremo prima” esso è frutto dell’esperienza e della saggezza di un popolo costretto a traversare il deserto per sopravvivere. Nelle mie lunghe meditazioni, in questi giorni di forzata clausura, ho spesso ricordato a me stesso, con quanta affannosa rincorsa ho, anch’io come tutti, inseguito tante inutili lusinghe alla ricerca di qualcosa che potesse accompagnare la vita ad essere più intensamente vissuta. Allo stesso tempo ho potuto ritrovare la consapevolezza di far parte, davvero, dell’umanità più autentica, riscoprendo il valore e la profondità del pensiero Lionistico che ha illuminato grandissima parte della mia vita migliorando e completando la pienezza della mia traversata del deserto.
Ho così capito, fino in fondo, come mi sia stato possibile amare due città apparentemente contrastanti come Siena e Firenze: Guelfi e Ghibellini, come Credenti e Laici. La conciliazione degli opposti?  No! Esse rappresentano la sintesi della natura umana, della sua vitalità e intelligenza, della sua naturale tendenza a farsi Comunità.
E’ la stessa cosa che ho saputo cogliere vivendo il Lionismo e che mi ha condotto a sentire dentro il mio cuore, l’intima soddisfazione, e il grande orgoglio, di essere un Socio del Lions Club Firenze, stella polare del Lionismo toscano e presenza attiva nella società umana.
Ieri, 25 marzo 2020, Celebrazione del Capodanno Fiorentino e Senese, nel mezzo di una  tragedia che affatica il mondo  intero, mi sono sentito di considerare  questo tempo di clausura come  quel momento di riposo, quella pausa rigenerante che ci consentirà di traversare felicemente il grande deserto che abbiamo dinanzi, ora e sempre, invocando la globalizzazione dei sentimenti e della solidarietà.
Cari amici, non potevo trovare un modo diverso per confermare a ciascuno di voi, compresi i nuovi Soci che ancora non conosco personalmente, il mio sentimento di amicizia riconoscente e indistruttibile. 
Grazie di essere miei amici.
Massimo  Fabio