Una storia nata sessanta anni fa
L’11 aprile 1953 nasceva il Lions Club Firenze. A proporlo e a volerlo, era stato l’avvocato Pier Giovanni Canepele, personaggio ben noto nel mondo del tennis, negli anni in cui le racchette italiane erano fra le più quotate al mondo.Si dice che fosse venuto a conoscenza dell’Associazione a Napoli, durante un Torneo, sicuro è il legame con Arnoldo Funaro e Oskar Hausman, fondatori nel 1951 del Lions Club di Milano. Fu Arnoldo Funaro a segnalare ad Hausmann, vero promotore del Lionismo in Italia, il giovane professionista fiorentino. Forte delle sue conoscenze, dei suoi rapporti internazionali, l’avvocato Canepele raccolse un gruppo di amici e proposte, loro, la creazione del Lions Club Firenze, il quarto per anzianità in Italia.
Alla prima riunione erano in diciotto, tutti professionisti ed imprenditori, uomini ben noti in città per il ruolo che avevano svolto, e svolgeranno ancora, per la ripresa dopo la catastrofe della guerra.
Carlo Barbaia, Direttore del Banco di Roma. Domenico Benini, Agente di viaggio “Globus”. Corrado Biancalani, Commercialista. Giuseppe Bonetti, Albergatore “Hotel Astoria”. Pier Giovanni Canepele, Avvocato. Pindaro Carapelli, Industriale delle sementi. Ivan Esente, Oftalmologo. Carlo Francesco Fedeli, Avvocato. Ugolino Golini, Notaio. Giuseppe Gristina, Direttore della Selt Valdarno. John Hawley, Vice console USA. Emilio Kraft jr., Albergatore “Hotel Excelsior”. Gerardo Kraft jr., Albergatore “Grand Hotel”. Rupert Maino, Buyer export-import. Antonio Marzotto, Industriale tessile. Francesco Padoin, Magistrato. Guido Postiglione, Direttore Associazione industriali. Ildebrando Weber, Industriale della paglia.
Da quel piccolo nucleo di 18 Soci, il Lions Club Firenze ha saputo rinnovarsi e crescere. Con il passare delle generazioni, ha sempre mantenuto vivo ed alto il senso di appartenenza al Lionismo internazionale dando all’Associazione un contributo di idee e di uomini.
Albo D’ Oro dei Presidenti
1953 -2013
1953 – 1954 Pier Giovanni Canepele
1954 – 1955 Milo Kraft
1955 – 1956 Corrado Biancalani
1956 – 1957 Gaetano Mangione
1957 – 1958 Camillo Borgna
1958 – 1959 Arnaldo Funaro
1959 – 1960 Francesco Conti
1960 – 1961 Luigi Semmola
1961 – 1962 Mario Bergamini
1962 – 1963 Rupert Maino
1963 – 1964 Giuseppe Bonetti
1964 – 1965 Edoardo Schirru
1965 – 1966 Mario Leone
1966 – 1967 Sergio Giachetti
1967 – 1968 Renato Martinetti
1968 – 1969 Umberto Benedetto
1969 – 1970 Mario Giovannini
1970 – 1971 Piero Vallecchi
1971 – 1972 Valentino Giannotti
1972 – 1973 Varo Girardi
1973 – 1974 Guido Piazza
1974 – 1975 Artemio Franchi
1975 – 1976 Franco Torrini
1976 – 1977 Bruno Calandriello
1977 – 1978 Bruno Zavagli
1978 – 1979 Osvaldo Marras
1979 – 1980 Giuseppe Stancanelli
1980 – 1981 Massimo Fabio
1981 – 1982 Emo Tana
1982 – 1983 Paolo Fanfani
1983 – 1984 Aldo Torrini
1984 – 1985 Francesco Picotti
1985 – 1986 Mario Di Stefano
1986 – 1987 Giuseppe Guarducci
1987 – 1988 Enrico Paoletti
1988 – 1989 Pier Luigi Siliani
1989 – 1990 Ugo Poggi
1990 – 1991 Pier Luigi Ballini
1991 – 1992 Mario Graev
1992 – 1993 Sergio Pezzati
1993 – 1994 Pietro Miniati Paoli
1994 – 1995 Paolo Nasti
1995 – 1996 Enrico Miraglia
1996 – 1997 Renato Berti
1997 – 1998 Carlo Giannotti
1998 – 1999 Roberto Lallo
1999 – 2000 Filippo Canepele
2000 – 2001 Ralph Griffits
2001 – 2002 Angiolino Pampaloni
2002 – 2003 Ugo Silli
2003 – 2004 Francesco Faussone
2004 – 2005 Francesco Andreoli
2005 – 2006 Fabrizio Borgioli
2006 – 2007 Giampiero Cassi
2007 – 2008 Vincenzo Recchi
2008 – 2009 Marco Mori
2009 – 2010 Gilberto Giusti
2010 – 2011 Enrico Bausi
2011 – 2012 Augusto Porciatti
2012 – 2013 Eugenio Pattarino
Cariche Distrettuali e Internazionali dei Soci
DG Governatore Distrettuale
Distretto 108 L
CANEPELE Avv. Pier Giovanni 1959 – 1960
GIOVANNINI Gr. Uff. Mario 1973 – 1974
Distretto 108 L/a Toscana
FABIO Dott. Massimo 1993 – 1994
FANFANI Prof. Avv. Paolo 2000 – 2001
CC Presidente del Consiglio dei Governatori
FABIO Dott. Massimo 1994 – 1995
ID Direttore Internazionale
FABIO Dott. Massimo 1999 – 2001
Lions Club sponsorizzati
1954 Lions Club Bologna
1955 Lions Club Prato
1955 Lions Club Francoforte sul Meno (D)
1956 Lions Club Perugia
1957 Lions Club Arezzzo
1957 Lions Club Siena
1959 Lions Club Avignone (F)
1973 Lions Club Sesto Fiorentino
1977 Lions Club Firenze Scandicci
1978 Lions Club Mugello
1983 Lions Club Firenze Pitti
1985 Lions Club Fiesole
Lions Club gemellati
1969 Lions Club Kyoto Shimei
1979 Lions Club Lecce
1987 Lions Club Istanbul
2008 Lions Club Budapest Wesselenyi
La Giornata Celebrativa
0re 9.00 – Santa Messa in ricordo dei Soci defunti
L’intensa giornata del 13 aprile 2013, 60° anniversario della consegna della Charter di fondazione del Lions Club Firenze è iniziata con una messa celebrata in San Salvatore al Vescovo in memoria dei Soci defunti. Questa tradizione si rinnova ad ogni decennale. Durante la funzione il Presidente Eugenio Pattarino ha letto la Preghiera dei Lions. L’officiante Mons. Vasco Giuliani, Canonico di San Lorenzo, nella sua omelia ha tratteggiato il valore dell’impegno dei Lions a favore della comunità.
San Salvatore al Vescovo, fa parte del complesso dell’ Arcivescovado. All’interno, presenta un bell’impianto settecentesco, mentre la facciata verso Piazza dell’ Olio, in puro stile Romanico in marmo bianco e pietra verde pare essere stata ricostruita nel 1221, forse da Arnolfo di Cambio. Ha una minuscola facciata incastonata nel Palazzo Arcivescovile in marmo bianco e pietra verde. Molto bella e preziosa perché rappresenta uno dei rarissimi casi in città di facciata marmorea antica originale, insieme alle sole chiese di Santa Maria Novella e San Miniato.
La consegna del MJF al Cardinale Giuseppe Betori
Al termine della Santa Messa, il Cardinale Giuseppe Betori ha ricevuto una delegazione, guidata dal Presidente Eugenio Pattarino, che gli ha consegnato, a nome del Club, il Melvin Jones Fellow.
Un momento della Consegna del Riconoscimento
Il Premio, che è la più alta onorificenza della Fondazione del Lions Club International, gli è stata consegnata per esaltare il ruolo della Chiesa Cattolica nella lotta alle povertà ed ai bisogni degli “Ultimi” in tutto il mondo.
Il Cardinale ha avuto parole di elogio per l’azione dei Lions ed ha auspicato una stretta collaborazione sul territorio fiorentino, per venire incontro alla urgenze sociali dovute alla crisi economica.
Il Convegno Celebrativo in Palazzo Vecchio
Ore 10.30 – Salone dei Duecento – Palazzo Vecchio
Interventi al Convegno “60 anni del Lions Club Firenze”
Saluto del Presidente del Lions Club Firenze
Dott. Eugenio Pattarino
Saluto del Presidente del Consiglio Comunale
Dott. Eugenio Giani
Moderatore il Direttore del quotidiano La Nazione
Dott. Gabriele Canè
L’arrivo del Lionismo in Toscana
PID Dott. Massimo Fabio
Il valore del Service a favore della comunità
PDG Avv. Paolo Fanfani
Il futuro del Lionismo
Arch. Roberto Lallo
L’influenza dei Lions sulla Società italiana
Prof. Sandro Rogari – Università di Firenze
Conclusioni del Governatore del Distretto 108 L/a
DG Dott. Marcello Murziani
Saluto del Presidente del Lions Club Firenze
Eugenio Pattarino
Questa è una giornata che celebra i nostri 60 anni di vita, ma vuole fare anche il punto sul significato che il Lionismo ha avuto in questi anni e l’influenza che le idee innovative portate dalla nostra Associazione hanno avuto nella Società italiana dal dopoguerra ad oggi. Vuole essere anche un ricordo di quei 18 Soci che hanno fondato per primi in Toscana un Club Lions.
Io credo che pur non essendoci più, essi continuano a essere con noi, anche perché alcuni cognomi si sono perpetrati, penso al Past Presidente Filippo Canepele, figlio del nostro fondatore Giovanni e a Paolo Padoin, figlio del nostro Socio fondatore Francesco Padoin, che dopo aver svolto con grande professionalità il suo ruolo di Prefetto in mezza Italia è oggi nostro Socio Onorario. Questa continuità trasmette il messaggio che la missione del Lionismo, può essere passata di generazione in generazione.
Vi presento quindi il tavolo del Convegno. Un ringraziamento particolare al Dott. Gabriele Canè, Direttore de La Nazione, che svolgerà il ruolo di moderatore e, in ordine di intervento i Soci: Massimo Fabio, Past Direttore Internazionale; Paolo Fanfani, Past Governatore Distrettuale e Lallo Roberto , Past Presidente. Il Prof. Sandro Rogari, dell’ Università di Firenze, che abbiamo voluto come componente esterno alla Associazione in grado di tracciare con obiettività un bilancio del valore della nostra azione. Infine il Governatore Distrettuale Marcello Murziani, che trarrà le conclusioni e che ringrazio per la sua presenza e per il sostegno che il Distretto 108 L/a ha dato alla nostra iniziativa. A questo punto do la parola a Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze e nostro Socio, che ci porterà i saluti del Comune.
Saluto del Presidente del Consiglio Comunale di Firenze
Dott. Eugenio Giani
Il moderatore, l’amico Gabriele Canè, mi ha già detto “sii breve”, quindi lo sarò anche nel mio saluto, cercando di stringere il più possibile. Consentitemi però, in questo momento, anche un po’ di commozione. Oggi noi viviamo quello che è non un ricordo, ma un bilancio di quello che abbiamo fatto e l’impostazione di un lavoro futuro. Oggi il movimento dei Lions si propone con assoluta vitalità e quindi è la “Memoria” che serve per trovare slanci ed entusiasmo per il futuro.
Permettetemi, quindi, di dirvi grazie, a nome dell’Amministrazione Comunale, per quello che il Lions Club Firenze farà questa sera: l’illuminazione del Biancone. L’anno scorso abbiamo festeggiato i 500 anni dalla nascita dell’Ammannati e il fatto che possa splendere di nuova luce nelle ore notturne, in questa primavera in cui i turisti affluiscono verso piazza Signoria, sarà un momento bellissimo e sarà espressione dei Service e della volontà di un servizio dei Lions che si esprime sul piano culturale, sociale e anche sul piano sportivo. Oggi, quindi, grazie a coloro che da 60 anni hanno consentito di testimoniare, in questa città, il cuore pulsante del Lionismo, fatto di solidarietà e di spirito di servizio.
Ne ho trovato conferma, anche rileggendo, stamattina il libro di Maurizio Naldini “ Cinquanta anni di vita fiorentina vista dal Lions Club Firenze” che era stato scritto nel 2003 per i 50 anni del Club. Insomma ho trovato tante , tante attività che il Lions ha svolto al servizio della città.
Se ripenso alla Firenze di 60 anni fa, e lo diranno bene i nostri Relatori, ripenso a una città che viveva lo spirito della ricostruzione dopo la guerra. Ricostruiva i ponti, pensava ad una Società in grande sviluppo ed ecco che i primi dibattiti, le prime riflessioni, che il Lions Club proponeva, erano quelle ad esempio dell’Autostrada del Sole, che sarebbe stata inaugurata nel 1960, e a ciò che avrebbe significato per i collegamenti.
Si parlava dell’Aeroporto, se ne parla anche oggi, si parlava di quelle iniziative che avrebbero lanciato Firenze come città nel mondo sul piano della propria produzione economica, del Made in Florence e del Made in Italy. Nel 1952, il 12 di febbraio, Giorgini aveva animato la prima sfilata che porterà alla ribalta la Moda e la sala Bianca di Pitti in tutto il mondo. Ci furono, negli anni seguenti, vari dibattiti sul futuro di Firenze, e uno in particolare che portò alla nascita della Biennale dell’ Antiquariato ad opera di Luigi e Mario Bellini, quest’ultimo Socio del Club.
Noi ripercorriamo quindi, attraverso l’esperienza dei Lions, un percorso che è molto parallelo alla vita di Firenze. E’ stato molto bello, per me, riguardare il libretto dei 50 anni del Lions Club Firenze, e constatare come la sua presenza ed azione sia stata molto integrata con la storia della città.
Allora, e questo lo posso dare come suggerimento e come valutazione obiettiva, si cercava di più di essere presenti nel dibattito sulla città , oggi il Lions lo sento come una organizzazione che complessivamente fa dei bellissimi service, svolge delle opere che poi rimangono nella città, ma, in fondo, forse ha perso quello spirito dell’inizio, dei pionieri che portava anche a starci nel dibattito cittadino e questo andrebbe un pochino ripreso.
Io sono entrato nel Lions Club Firenze, nel 1998, quando l’amico Giannotti me lo chiese. Ero un giovane Consigliere comunale, e a lui sarò sempre molto grato, perché fu un segno di considerazione nei miei confronti, ma anche perché oggi posso affermare, che questa esperienza mi ha molto arricchito. Vedo, tra il pubblico molte persone che conosco e con le quali ho condiviso tante attività di servizio. Mi fa piacere davvero che questa esperienza sia un esperienza di tanti fiorentini che la sentano come parte essenziale di una forma di partecipazione alla città.
Questo libro che Maurizio Naldini, ha scritto e a cui Piero Magi fece la prefazione, indica come, lo dico a Gabriele Canè cui ora spetterà la parola come moderatore, vi sia un forte intreccio tra la storia dei Lions e la capacità del giornale La Nazione, dei suoi giornalisti e delle sue penne più brillanti, di dar conto di quello che veniva fatto e di quello che poteva essere utile alla città di Firenze.
Quindi, insomma, siamo in un contesto che fa parlare tra loro: le Istituzioni cittadine, la Stampa attraverso la sua voce storica La Nazione e i Lions come punto di riferimento essenziale del dibattito sui bisogni di Firenze.
Come non ricordare che tutto questo è avvenuto attraverso le grandi personalità che sono state Socie del Club in questi 60 anni e che hanno contemporaneamente avuto ruoli sempre molto importanti all’interno della città. Consentitemi qualche riferimento. Vedo in sala il Prefetto Paolo Padoin e vedo che suo padre era fra i Soci fondatori, fra i 18. Un Magistrato che dava, con la sua presenza, il senso della interdisciplinarietà della Associazione. Anche l’albergo, il Grand Hotel, ove si riunirono quell’ 11 aprile del 1953 per dare vita al Club, ne parlavo qualche giorno fa con i Figli dei fondatori: Milo e Gerardino Kraft, rappresentava il luogo della Firenze internazionale.
Agli amici giapponesi del Lions Club Kioto Shimei, presenti in sala, consentitemi l’ultima battuta, è per me motivo di straordinario orgoglio il gemellaggio che vi è tra i due Club Lions. Il Comune di Firenze vivrà fra due anni, nel 2015, il 50° anniversario di rapporto di gemellaggio con Kyoto e il gemellaggio che vi è fra i Lions è parallelo a questo rapporto straordinario.
Quando io ho vissuto, in prima persona, la cerimonia per me più importante nel rapporto con Kyoto, il 40° del Gemellaggio tra le due città, mi ricordo che mi vestirono con il Kimono e io sfilai con l’allora Sindaco della città Masumoto. Anche in quella occasione, era il 22 ottobre del 2005, era con me un socio di questo Club: l’amico Franco Torrini. In quella occasione ricordo come vivevamo l’accordo che legava il rapporto fra i Lions di Firenze e di Kyoto e quello tra le due città.
Vedo in sala il Socio Vincenzo Recchi con cui abbiamo fatto altre iniziative del genere. Insomma, posso dire, a nome della Amministrazione Comunale, che i Lions hanno supportato fortemente ,l’immagine istituzionale della città di Firenze. Per questo gli dico grazie. Dico con consapevolezza ed Orgoglio al Governatore Marcello Murziani , che il Lions Club Firenze è una realtà che non guarda al passato, ma guarda al futuro con le tante iniziative a partire da quella che vivremo stasera e quindi l’orgoglio di chi guida i Lions oggi rispetto ai fondatori 60 anni fa è quello di poter dire: abbiamo fatto molto, ma molto possiamo ancora fare di più per testimoniare il senso di appartenenza alla nostra comunità.
Grazie.
Cerimonia di saluto e scambio di doni
Con il Lions Club Kyoto Shimei
Dott. Eugenio Pattarino Presidente del Lions Club Firenze
Prima di dare il via alla Conferenza voglio incontrarmi con il Presidente del Lions Club Kioto Shimei, Okita Fumio.
Presidente Okita. Benvenuto a Firenze. Grazie della Sua presenza. Benvenuto a tutti i Suoi Soci. Noi tutti Soci del Lions Club Firenze, vi siamo grati per la vostra presenza e per il grande spirito di amicizia che vi ha portato a fare un così lungo viaggio dal lontano Giappone. Mi piace far omaggio a Lei di questa formella in cotto con riprodotto il nostro guidoncino: il Marzocco. Questo leone è simbolo della città di Firenze, ma anche del Lions Club International. Sotto vi sono iscritte le date della ricorrenza: 1953-2013. Contemporaneamente mi piace regalarle un ricordo della città con riferimento al nostro Service del 60°. E’ un libro d’arte che tra l’altro parla degli artisti tra cui Benvenuto Cellini e Bartolomeo Ammannati che hanno contribuito a realizzare la Fontana del Nettuno che noi, questa sera, andremo ad illuminare.
Grazie.
Mr. Okita Fumio Presidente del Lions Club Kyoto Shimei
Carissimi amici buongiorno! ( in italiano, puoi prosegue in giapponese )
Carissimo Presidente del Lions Club Firenze, Eugenio Pattarino e carissimi membri del Club. Mi auguro stiate tutti bene. Sono a congratularmi con tutti voi per il 60° anniversario dalla fondazione del vostro Club e porgo i miei auguri per questa grande cerimonia. Colgo anche l’occasione per ringraziarvi di cuore per le vostre graditissime congratulazioni ricevute a mia volta a novembre del 2012 per il 50° anniversario del nostro Club.
Io sono molto orgoglioso del fatto che i nostri Club, grazie al gemellaggio tra Firenze e Kyoto, siano consociati dal patto di alleanza firmato il 1° luglio del 1969 ed è per questo che la vostra prosperità e il vostro successo sono fonte di felicità anche per noi. Io prego che le attività del vostro Club possano rendersi utili ai cittadini fiorentini e che possano continuare nel futuro senza subire cambiamenti.
Grazie a Tutti.
Al termine del suo intervento il Presidente Okita ha donato al Presidente Pattarino un ventaglio tipico Kyotonese
Cerimonia di saluto e scambio di doni con i Lions Club Presenti
Dott. Eugenio Pattarino
Vorrei chiamare i Presidenti dei Club da noi sponsorizzati che oggi sono presente: Sandro Parenti, Presidente del Lions Club Sesto Fiorentino; Vincenzo Frascà, Presidente del Lions Club Firenze Scandicci; Piero Pannuti, Presidente del Lions Club Fiesole. A voi il nostro guidoncino e la Formella celebrativa. Un particolare saluto al Lions Club Chianciano, rappresentato questa mattina dal Past Governatore Duccio Angioletti, cui dono la formella ed il guidoncino, per la disponibilità dimostrata ad anticipare il Gabinetto Distrettuale di una settimana, per permettere al Governatore di essere presente.
Vi porto infine il saluto del Presidente del Lions Club Napoli che non è potuto essere tra noi oggi, per la concomitanza con un impegno associativo, ma che come Club padrino ha voluto rinnovare la vicinanza e la amicizia nei nostri confronti.
Il Presidente del Lions Club Fiesole, Piero Pannuti, riceve la formella celebrativa
Vorrei ora salutare la Presidente del Lions Club Genova Porto Antico, Tiberia Boccardo, e ringraziarla per la sua presenza insieme con una delegazione dei Soci. Tra i nostri due Club è nato un rapporto di reciproca simpatia, perché l’anno scorso, in occasione del 60° Congresso Nazionale, organizzato a Genova dal loro Club, ci sentimmo in dovere di mandare un piatto ricordo in quanto noi, come Club, organizzammo a Firenze il 1° Congresso Nazionale nel 1953. Da quella occasione è nato questo rapporto che spero si consoliderà nel tempo
Il momento dello scambio di doni tra il Presidente Pattarino e la Presidente Boccardo
Approfitto infine per ringraziare il Club Soroptimist Firenze che ha voluto essere con noi nella persona della Presidente, Mara Miniati e della Socia, Paola Locchi. Ringrazio infine i tanti Presidenti dei Rotary Club fiorentini che hanno inviato un messaggio di saluto.
Convegno Celebrativo
60 anni di Lionismo a Firenze tra passato e futuro
Modera il dibattito il Direttore de La Nazione
Dott. Gabriele Canè
Bene, grazie Presidente. Mi scuso sin d’ora se non starò fino alla fine, ma la parte celebrativa iniziale mi ha spinto oltre l’orario in cui potrò rimanere, per impegni di lavoro. Quindi grazie a tutti i presenti e in particolare mi scuso anticipatamente con l’amico Governatore Dott. Marcello Murziani il cui intervento non potrò ascoltare.
Porto via un minuto per dire che c’è un aspetto che credo sia rilevante in questa giornata e che credo sia di esempio, tra tutti gli esempi che i Lions possono dare: il fatto che questa sala sia piena di Ex. Il nostro è un paese in cui ci sono pochissimi Ex , quindi vedere tanti Ex significa che c’è rotazione, ricambio, assunzione di responsabilità ciclica credo che sia un bel modello. Credo che se l’Italia avesse più Ex, andremmo molto meglio, credo quindi che il modello Lions vada esportato.
Mi resta la curiosità di vedere Eugenio Giani vestito in kimono e prima o poi la troverò questa foto, insieme a quella del Presidente Pattarino con il ventaglio e lì vi ricatterò perché prima o poi la pubblicherò.
Ringrazio il Lions Club Firenze di avermi concesso questa occasione. Voi siete una realtà importante, non voglio fare della retorica in questo giorno di celebrazione, lo dicevamo prima con il Presidente Giani: tutto quello che queste realtà di servizio fanno in questa città e nel mondo, alla fine, messe tutte assieme fanno tante cose importanti , fanno tante cose che la Società, i Governi, gli Stati non potrebbero fare, quindi credo che la collettività vi debba dire grazie.
L’occasione di questa sera sarà straordinaria, credo che chi sarà in Piazza Signoria stasera, vedrà uno spettacolo unico: l’illuminazione del Biancone, una illuminazione permanente che tutti potranno godere da stasera in poi. Credo che Firenze debba dire ulteriormente grazie ai Lions.
Io ho finto e cominciamo questo giro di tavola con personaggi ben più preparati e più importanti di me. Incomincerei con il Dottor Massimo Fabio, già Direttore Internazionale dei Lions che ci parlerà dell’arrivo del Lionismo in Toscana. Prego dottore.
Intervento del Dott. Massimo Fabio Past Direttore Internazionale
“L’arrivo del Lionismo in Toscana”
Grazie Direttore, grazie Amici. Il mio compito è quello di parlare della nascita del Club, ma ci siamo accordati con gli altri amici e con il nostro Presidente, di non di fare una elencazione dei nomi o dei fattarelli che sono avvenuti in questi 60 anni, ma di cercare di spiegare lo spirito con il quale tante cose in 60 anni sono avvenute. In 60 anni avvengono tante cose solo perché si è nati bene, solo se la nascita è sanissima, piena di intenti, di consapevolezza, solo se è piena di certezze nei propri ideali e nei propri sogni, la vita prosegue efficacemente e positivamente.
Il Lions Club Firenze nasce, come già detto, l’11 aprile del 1953. 18 gentiluomini, tutti aventi una particolare caratteristica: la diversità della propria storia personale e della propria professione. Un grande tennista, Giovanni Canepele, che non finiremo mai di ricordare abbastanza per quello che ha dato, non soltanto al Club di Firenze , ma per essere stato uno dei fondatori del Lionismo italiano e primo Governatore del Distretto 108.
Un grande Magistrato, Francesco Padoin , già citato, il cui figlio Paolo, che è presente qui oggi, è nostro Socio onorario ed è stato, tra l’altro, Prefetto di Firenze.
Un rappresentante del mondo del Commercio Internazionale come Ildebrando Weber, Buyer e anima del nascente lavoro di intermediazione commerciale che tanto beneficio porterà alla struttura produttiva fiorentina.
Avevano tutti una caratteristica, questi personaggi, ripeto nella diversità delle professioni e delle provenienze, avevano tutti uno spirito cosmopolita.
Non nacque, in quella occasione, un Club che stava dentro le mura di Firenze, ma vide la presenza, sin da subito, di fiorentini che si sentivano cittadini del mondo e che sentivano fortemente il privilegio di essere nati, di vivere e di lavorare in una città come questa che è stata storicamente al centro della civiltà del mondo.
Erano caratterizzati da uno spirito non voglio dire internazionalista, ma direi cosmopolita e la riprova è che poi siamo andati a fondare un Lions Club a Francoforte sul Meno in Germania, o in Francia ad Avignone. Negli anni sessanta abbiamo fatto un gemellaggio con il Lions Club Kyoto Shimei.
Tutta la natura di questo Club era, cioè, improntata su questo spirito di grandissima e universale apertura che poi è la caratteristica della città di Firenze. Una perfetta fusione tra lo spirito di questa città e lo spirito di questo Club. Uno spirito che si è manifestato, tra l’altro, in un momento sì bello della ricostruzione, pieno di entusiasmi, di efficienza , di capacità, di voglia di riscatto , di sviluppo, ma anche un momento politicamente difficile.
Ricordo la polemica sulla legge truffa che in quel momento imperversava e turbava la vita politica di tutti quanti. Nello stesso tempo avevamo, in quegli stessi anni, una città veramente aperta al mondo. Come non ricordare il carattere internazionalista che è venuto da La Pira, il Festival dei Popoli, il Maggio Musicale Fiorentino, la Mostra Biennale dell’ Antiquariato. Il Lions Club Firenze, in occasione di queste manifestazioni, si apriva all’incontro con tutti i Lions del mondo che venivano a Firenze per turismo o per queste occasioni.
Poi vedere i problemi della città, sempre, non nella parcellizzazione dei piccoli interessi, che pur hanno ricevuto attenzione, ma una propensione, uno spirito di parlare dei grandi temi, di quelle cose che oggi diremmo “ Strutturali ” che poi sono la base del futuro e della vita di una città e anche di una regione. Da qui, l’impegno per l’Aeroporto, per il nascente Polo Fieristico e congressuale, Per la Moda. Non dimentichiamo personaggi come Valentino Giannotti, Giancarlo Cassi, Franco Tancredi, Camillo Borgna, Luciano Bausi, Mario Leone. Non voglio fare la storia dei singoli sarebbe troppo lungo e poi rischierei di trascurare qualcuno, ma devo sottolineare che questi personaggi furono l’anima della città e del Club contemporaneamente.
Anche nel Lionismo il Club di Firenze ha avuto una fondamentale importanza sia a livello nazionale che internazionale. Non è un caso che nel 1964, il Club di Firenze fosse chiamato ad organizzare uno dei primi Forum Europei, una delle prime occasioni di incontro tra i Lions di tutta Europa. Siamo nel ’64 e chi si ricorda, chi ha vissuto quel periodo sa che non era così semplice. Firenze però era una grande attrazione e fu un grande successo e definì ulteriormente la visione globale e globalizzante che sempre ha animato il nostro club.
Un’altra data fondamentale fu il 1971, quando il Lions Club Firenze, fu scelto per organizzare Il XIX Congresso nazionale che ha segnato una tappa storica nell’evoluzione del Lionismo italiano. E’ il congresso nel quale fu approvato e deciso, quello che poi prese il nome di “ Nuovo Corso del Lionismo ”, cioè di un nuovo e massiccio impegno dei Lions a fianco delle Istituzioni locali e nazionali lasciando da parte il puro assistenzialismo e volendo contribuire al progresso umano e sociale dell’ Italia.
Ma questo era già patrimonio del Lions Club Firenze. Ricordo che fu un congresso molto importante, un congresso in cui si dibatté un tema molto attuale anche oggi: “ La certezza del diritto come garanzia della libertà del cittadino”. Sono passati oltre 40 anni, ma, come vedete, la tematica è d’attualità e forse meriterebbe di essere nuovamente dibattuta.
Quindi un Club protagonista del suo tempo, ma un Club che ha, nel suo DNA costitutivo, la matrice della propria azione. Esso è riuscito a raccogliere nel suo seno le professionalità e anche le autorevoli personalità di questa città nei 30 anni, sino al 1983, in cui da solo rappresentò il Lionismo a Firenze.
Ha sempre avuto propensione a parlare dei grandi temi e non delle piccole cose, a chiedere alla politica di essere consapevole del futuro della città e di prendere grandi decisioni sui temi strutturali.
E’ questo lo spirito che ha animato sin dall’inizio il nostro Club. Esso non ha mai fatto parte alla schiera, ahimè troppo numerosa, di coloro che hanno chiesto tutto alla politica, magari poi non ricevendone niente e anzi deresponsabilizzando il proprio impegno civico. Invece il Lions Club Firenze, come ha già ben accennato il carissimo Presidente Eugenio Giani, si è rapportato sempre con le Autorità cittadine e con la Società fiorentina, in modo che nel suo seno crescessero e prosperassero: idee, proposte, suggestioni, sogni, attraverso la frequentazione di grandi personaggi, dal Presidente della Regione, al Sindaco, ai Parlamentari, persone che il lunedì, non essendo impegnate in politica, trovavano il modo e il tempo di essere sempre presenti al nostro Club per incontrarsi e dibattere liberamente al di là delle proprie convinzioni politiche.
Ricordo a futura memoria, che lo spirito fondamentale dei Soci del Club, sin dalle origini, era che “ Si va al Club sempre e comunque ”, indipendentemente dall’argomento, dall’ interesse personale, indipendentemente dal tempo meteorologico. “ Si va “ perché il meeting è il momento in cui ci raccogliamo insieme, per rinnovare insieme il nostro spirito di amicizia, di rispetto, di stima reciproca. Inoltre questa è l’occasione per parlare fuori da ogni retorica e fuori da ogni polemica dei problemi veri della Società.
Così è nato il Lions Club Firenze e io voglio essere testimone che è ancora così e sarà sempre così, perché il DNA non si cancella e questo è il nostro DNA.
E se vogliamo esprimere un ringraziamento a quei 18 nostri amici che hanno dato inizio alla nostra storia, non possiamo altro che esprimere oltre la riconoscenza per averci aperto questa grande finestra sul mondo e sull’ umanità, anche un ringraziamento per l’insegnamento che ci hanno dato.
Grazie amici fondatori per aver infuso in questo Club questa permanente volontà di non essere un circolo chiuso, ma un gruppo di persone aperte, sensibili e generose, come generosi fummo durante l’alluvione, come generosi siamo stati in tante occasioni e cercando di lasciare in questa città anche un segno di questa presenza così come nel 50° donammo all’ aeroporto il monumento a Vespucci, stasera doneremo l’illuminazione del Biancone . Non voglio dimenticare anche la Fontana del Buontalenti, il cui restauro inaugureremo questo pomeriggio, donata agli Uffizi subito dopo l’alluvione.
In conclusione cosa possiamo riaffermare di fronte a voi: amici Lions, Ospiti ed Autorità, se non che noi vogliamo essere Buoni e Generosi, ma anche Efficaci e Positivi e che preghiamo tutti, per il bene della nostra città e del nostro Paese, di rinnovare quell’impegno civico, quelle virtù civiche di cui purtroppo si è perso la traccia nella nostra Società.
Noi siamo impegnati, fortemente impegnati, nel creare uno Spirito di comprensione fra i popoli del mondo. E’ il primo degli scopi del Lionismo, e noi soci del Lions Club Firenze sappiamo che questo è il primo dei nostri impegni e che su questo impegno preghiamo tutti di aiutarci ad essere sempre più consapevoli e più forti.
Grazie
Il Moderatore Gabriele Canè
Grazie Dott. Fabio anche al richiamo ai valori della Civiltà e della Civicità che si sono persi. Grazie di aver ricordato Valentino Giannotti che mi fu vicino quando 20 anni fa mi trovai a dirigere per la prima volta La Nazione e credo che senza il quale l’Aeroporto di Firenze, che abbiamo citato, sarebbe ancora una stazione di autocorriere o poco di più.
Purtroppo da lui in poi è andato poco più in là, speriamo che una fascia tricolore inauguri prima o poi qualcosa che assomiglia a un aeroporto vero e non un misto di stazione di autocorriere e un casello dell’autostrada.
Grazie dottore. Do la parola al Prof. Paolo Fanfani che ci parlerà del valore del Service, cioè di tutte le cose che i Lions hanno fatto e che ci auguriamo faranno a Firenze e nel mondo.
Intervento dell’ Avv. Paolo Fanfani Past Governatore Distrettuale
“Il valore del Service a favore della comunità”
Grazie. Parlare della storia, delle origini di una qualunque cosa, esercita sempre un fascino sottile di curiosità e di orgoglio. Per iniziare voglio semplicemente dare delle indicazioni per l’individuazione di alcuni dei Service che hanno impegnato il nostro Club in questi 60 anni.
Bisogna anche considerare il momento storico in cui il Club è nato. Il fronte era passato da pochi anni. Por Santa Maria e Borgo San Jacopo nel 1953 erano ancora cumuli di macerie, i nostri Soci fondatori, in fondo a via Tornabuoni, per andare in Oltrarno passavano ancora su un ponte Baily: una striscia di ferro che i genieri dell’8° armata, posero al posto del ponte Santa Trinita, che era stato distrutto dalle truppe tedesche.
Ecco quel periodo, effettivamente un momento molto drammatico, era anche ricco di entusiasmo e dava spazio alla buona volontà delle persone, degli uomini e questo entusiasmo fu raccolto dai nostri 18 fondatori.
Il Lionismo era nato l’anno prima, nel 1951. Il Lions Club Firenze è il 4° Club a nascere in Italia dopo Milano, Torino e Napoli e l’Associazionismo di stampo Lionistico era una novità per la società italiana. L’associazionismo di servizio, per la verità, non era nuovo a Firenze che aveva visto il nascere in città nei secoli, l’ associazionismo umanitario, l’associazionismo delle arti e dei mestieri, ma questo tipo di associazione era nuovo. Era nuovo perché era un associazionismo generalista, era un associazionismo che non aveva matrici, era un tipo di associazionismo liberale e laico e per questo era nuovo.
Per la verità i nostri confratelli Rotariani erano già comparsi nel panorama italiano, ma avevano scelto un anno brutto per nascere come era brutto per tutte le associazioni di stampo liberale: il 1923.
Praticamente il Rotary riuscì a campare quasi di nascosto fino ad essere chiuso dai Prefetti nel 1938. Quindi questo tipo di associazionismo liberale e laico nasce veramente come dono degli eserciti alleati che ci liberarono.
Ecco è questa matrice di base che è riuscita coagularsi sulla base di minimi comuni denominatori di correttezza, di amore per la cosa pubblica e non soltanto per la propria città, di amore per la propria comunità, indipendentemente dalle matrici culturali, politiche e religiose. Questo è stato un biglietto da visita vincente. Pensiamo che dopo la grande unità nazionale del dopoguerra, già la società si frastagliava. In quel periodo la popolazione si raccoglieva nei circoli dei partiti, nei sindacati o negli oratori, un tipo di associazione liberale e laica mancava in quel periodo. C’erano già le ideologie che attiravano, il tipo di associazionismo Lionistico ha invece superato da subito, questo tipo di catalizzazione che poteva dividere e ha scoperto, invece, tutto quello che poteva unire. Per questo Luciano Bausi, nostro Socio e Sindaco di Firenze, che era un democristiano e Mario Leone, nostro Socio e Presidente della Regione, che era un socialista storico, potevano convivere sotto le stesso tetto ideale e anzi trovare, nella comune adesione al Lions Club International, motivi di spinta operativa nella propria azione politico istituzionale.
Voglio quindi tornare al tema del mio intervento segnalando quei Service che hanno questa matrice di unità e integrazione tra il pensiero dei vari Soci del Club, tenendo presente che il valor che noi riponiamo nel Service è per quello che dà agli altri e non per quello che ne può derivare come compenso a noi. Facciamo alcuni esempi: nel 1983, insieme agli amici del Lions Club Mugello, scoprimmo che un monumento dedicato in località Ponzalla ai soldati americani caduti in occasione di un mitragliamento fatto dalle truppe tedesche appostate sui contrafforti della Futa, era stato oggetto di vandalismi e all’inizio degli anni ottanta ne rimaneva ben poco. Ricordiamo che in quel momento l’ambiente e l’atmosfera era quella degli anni di piombo, delle divisioni e delle contrapposizioni, ricordare certi passaggi poteva essere coraggioso, ma anche scomodo. Eppure il nostro Club insieme con gli amici del Mugello ricostruì quel monumento e il messaggio fu percepito dalla popolazione come esattamente i Lions di Firenze e del Mugello volevano proporlo: cioè non un ricordo dei vincitori, ma un ricordo di un episodio che doveva essere tramandato a futura memoria per promettere che non accadesse più. Fu talmente giusta questa visione lionistica che anche il Governo Italiano partecipò alla inaugurazione, ricordo la presenza del Ministro della Giustizia, Lelio Lagorio. Negli anni successivi, in occasione di altre mattinate celebrative non fu presente soltanto il Governo Italiano, ma anche il Console tedesco e i rappresentanti di quelle comunità che avevano sofferto sulla loro carne il passaggio del fronte. Quel service è diventato qualcosa di più di un semplice restauro, ha assunto il valore della ricostruzione morale di un rapporto tra popoli contrapposti dimenticando le divisioni e stimolando la reciproca comprensione.
Un altro caso: alla fine degli anni ‘90, in un momento in cui si faceva forte, nell’area fiorentina e pratese la presenza della comunità cinese, fu avvertito dal Club il momento potenzialmente critico nel rapporto tra gli Italiani e i Cinesi. Ecco che allora il Lions Club Firenze organizzo dei corsi di alfabetizzazione della Comunità Cinese per insegnare loro l’italiano e favorire la loro integrazione. Con l’aiuto di Don Momigli e dei capi dell’ Associazione che rappresentava la Comunità nell’arco di alcuni mesi tanti giovani immigrati cominciarono a destreggiarsi con la lingua della loro nuova terra e a fine anno fu commovente la cerimonia di consegna dei Diplomi. Anche questo fu un segnale che rientrava nelle corde del Lionismo. Stamani abbiamo celebrato una messa in suffragio dei Soci defunti nella chiesa di San Salvatore al Vescovo. Ecco ad esempio la facciata di quella chiesa è stata oggetto di un altro service del nostro club alla fine degli anni ’80 a dimostrazione dell’ assoluta assenza di barriere di tipo religioso che anima il Lionismo. Un’ Associazione laica, come la nostra, che capisce i valori della solidarietà e della religiosità ed è ossequiosa , è ossequiosa dei valori che stanno anche in aree che non fanno parte della laicità. Ecco da ultimo un service che è stato ricordato anche da Massimo, quel bassorilievo che ricorda Amerigo Vespucci , anche questo un atto di amore verso la città, ma è anche un saluto di accoglienza, gli americani che arrivano a Firenze in volo, si trovano davanti a un bassorilievo che ricorda un fiorentino che ha dato loro il nome e che arrivò a casa loro non in aereo, ma su qualche barchetta. Per terminare con qualche commento di questa serie di Service che ho rammentato, anzi gli amici Lions dei Club che ci son o venuti a trovare, le Autorità distrettuali ci scuseranno se oggi abbiamo parlato soltanto del nostro Club, ma, credetemi, noi abbiamo lo steso entusiasmo, lo stesso orgoglio dei Service che gli altri Club fanno . I Service che ho enumerato per chi non fa parte del Lions sappia che ogni Club ne ha altrettanti e altrettanti dello stesso valore che noi abbiamo fatto. Dei Service che i nostri amici dei Lions Club vicini fanno e hanno fatto noi siamo veramente orgogliosi perché sappiamo che i nostri amici sono orgogliosi dei nostri, in questo spirito lunga vita ai nostri Club.
Grazie
Il Moderatore Gabriele Canè
Grazie Professore, sarebbe bello un giorno su La Nazione fare una grande mappa, ma non basterebbe lo spazio, una grande mappa con le bandierine cosa hanno fatto i Lions per Firenze, il giorno che abbiamo spazio lo facciamo, ho capito che ce ne vuole molto perché ne avete fatte tante e di rilievo, è un impegno che non prendo perché poi non lo si fa, ma se un giorno lo vedete su La Nazione, l’idea è venuta qui. Come ho detto passo la conduzione al Presidente che ha fatto di tutto si è sventolato anche con il ventaglio è in grado di dare la parola, io però ora do la parola dal passato a quello che si proietta nel futuro, l’arch. Lallo ci parlerà delle prospettive, io vi saluto e vi ringrazio, saluto il mio amico Sandro Rogari che parlerà dopo e da cui mi farò raccontare a voce quello che dice e saluto il Governatore con cui ci vedremo stasera quando si accenderanno le luci, momento a cui non voglio mancare.
Grazie.
Intervento dell’ Arch. Roberto Lallo Past Presidente del Club
“Il futuro del Lionismo”
Be’ intanto saluto tutti presenti. Io stamani parlo indegnamente, perché, il mio argomento, doveva essere trattato da Sergio Pezzati che, purtroppo, per motivi di salute, non è potuto essere presente. Avevo preparato degli appunti ma questa notte, come spesso mi accade ci ho ripensato e ho cambiato tutto.
Vorrei partire dalla fine di quello che vi avrei voluto dire ed è che: “il nostro futuro è nel nostro passato”, e che “non c’è futuro senza memoria”. Io so che questo argomento non è molto politically correct, in questo momento, però è una grande Verità. Andando da Sergio Pezzati a trovarlo all’ospedale, così, per scambiare due parole prima di questa mattinata, ci siamo trovati perfettamente d’accordo sul concetto che il Futuro del Lionismo sta in due valori essenziali: gli Scopi che noi abbiamo definito e l’Amicizia. So che la parola Amicizia è un termine molto abusato e molto spesso anche vuoto, però io intendo non tanto l’Amicizia fra le persone, ma l’Amicizia nei confronti degli altri e, in generale, della Comunità che ci circonda. Amicizia vuol dire Tolleranza per chi la pensa in modo diverso da noi, vuol dire Ascolto di chi ci circonda e questo è il nostro ruolo essenziale nella Società di ieri, di oggi e di domani. Se noi riusciremo a testimoniare questo Valore fondamentale, potremo interpretare anche tutto il resto. Potremo essere di vero aiuto alla comunità che ci circonda, come a quella umanità più lontana da noi ma che ci chiede continuamente aiuto. Saremo stati veri Lions. Ecco perché il nostro futuro lo possiamo immaginare solo all’interno di questo insieme di valori.
Delle volte uno si chiede: ma com’è possibile che ancora esistiamo? Sono passati quasi cento anni dalla nostra fondazione; le più grandi ideologie del ‘900 si sono consumate ed esaurite e noi, da quel lontano 1917, siamo ancora qui. Eppure ne sono successe di cose nel mondo. Non voglio essere retorico, ma forse il Lionismo esiste ancora ed anzi si è sviluppato in tutto il mondo proprio perché la nostra Associazione aveva una marcia in più.
Abbiamo prima sottolineato, nei vari interventi, la particolarità che ci contraddistingue: la nostra Associazione mette insieme persone provenienti da ambiti sociali, professionali e ideali diversi, tutti uniti dal vincolo dell’Amicizia e tutti disponibili, per libera scelta, a sostenere i nostri Scopi e applicare il nostro Codice Etico. Questo interclassismo culturale e economico la differenzia da tutte le altre Associazioni. Noi non difendiamo interessi particolari o rappresentiamo blocchi economici particolari, noi abbiamo a cuore la Libertà e diamo disponibilità delle nostre capacità personali per il miglioramento della comunità in cui viviamo.
E’ questa la filosofia associativa, che, lasciatemelo dire, il Lions Club Firenze ha cercato di applicare nei suoi 60 anni di vita. Questo spirito, se ben vissuto, sviluppa il senso di appartenenza al Lionismo ed al proprio Club e questo è la base di tutto. Se si è fieri di appartenere al proprio Club, se se ne conosce la storia ed il suo passato, se ne può immaginare il futuro, programmando costantemente un ricambio generazionale dei Soci, riconoscendo l’autonomia del Presidente e del Consiglio Direttivo, evitando personalismi e protagonismi stupidi. Dobbiamo evitare quell’ atteggiamento mentale che spesso si traduce nel pensiero: “Io sono meglio di te. Guarda cosa hai fatto, io avrei fatto meglio”. Se faremo Gruppo, non come difesa di proprie posizioni, ma come messa a disposizione di una tradizione alla interpretazione delle nuove esigenze sociali e delle nuove generazioni, il successo sarà assicurato.
Il Lions Club International nasce alla fine della prima guerra mondiale, ma si tempra nei suoi valori e nei suoi scopi ( ad esempio la lotta alla cecità ) negli Stati Uniti, negli anni della grande Recessione, che vuol dire un periodo di crisi economica molto simile all’attuale, e si presenta, al termine del secondo conflitto mondiale, pronto ad interpretare il suo ruolo nelle Società nazionali prostrate da una delle lotte fratricide più devastanti della storia, ma pronte a rinascere in un rinnovato impegno di libertà e sviluppo. Parlo dell’ Europa, ma anche dell’ Asia.
Insieme alla ritrovata Libertà viene proposto dal Lions Club International, agli uomini di buona volontà, un modello di presenza e di azione, nella società, totalmente nuovo per la mentalità Europea, una cosa molto Anglosassone o meglio “Americana”, dove la disponibilità individuale non era più data ad un partito ideologico o massificante, ma trovava la propria dignità di azione al servizio della comunità, senza mediazioni politiche. Altrettanto importante era la collocazione di questa realtà locale in un contesto internazionale di fratellanza universale tra tutti i popoli del mondo. Pensate che venivano, come diceva Massimo Fabio, a Firenze in occasione delle “Primavere fiorentine” del 1955 i Lions dalla Germania, ed erano passati solo pochi anni da quando ci si sparava addosso. Ma quale era il segreto? Era che sia loro che noi eravamo animati dagli stessi sentimenti.
Io delle volte quando giro, come penso girerete voi, per il mondo e vedo una persona che ha la spillina del Lions ho immediatamente, nei suoi confronti un rapporto di disponibilità, di amicizia, di affetto, proprio perché so che anche lui, come me, ha scelto un certo tipo di atteggiamento nei confronti del prossimo.
In conclusione, permettetemi una considerazione personale. Sono ormai più di 40 anni che sono in questa Associazione, anche se sono relativamente giovane, ho avuto la fortuna, per caso, di essere stato scelto, insieme ad un gruppo di ragazze e ragazzi, per fondare nel lontano 1972 il Leo Club Firenze, un altro grosso Service che il nostro Club decise d sviluppare in favore delle nuove generazioni.
Grazie ai Soci: Valentino Giannotti, Camillo Borgna, ma anche Sergio Giachetti, si sviluppò un dibattito nel Club sulla opportunità di favorire la nascita di un Leo Club. Erano gli anni della “ Contestazione” e il Club di Firenze, invece di chiudersi a riccio, pensò, in modo lungimirante, di aprirsi alle novità creando una palestra per i giovani, portandoli a vivere i principi e i valori del Lionismo. L’anno scorso il Leo Club Firenze ha festeggiato i 41 anni di vita e, pensate, non ha mai interrotto in tanti anni la sua attività. Generazioni di giovani si sono succedute in questa esperienza, e credo dobbiamo essere orgogliosi di questa scelta.
Quindi, e voglio farla breve, è questo il messaggio che deve partire oggi da qui, in occasione della celebrazione del 60° della fondazione del Lions Club Firenze. Noi abbiamo un grande futuro davanti se teniamo fermi questi concetti fondamentali: Attenzione al mondo che ci circonda; Perseguimento dei nostri Scopi e Pratica dell’ Amicizia come ascolto del prossimo.
E’ questo l’augurio che faccio a tutti i Lions della Toscana: di testimoniare questi valori con la loro azione quotidiana. Oggi abbiamo celebrato i nostri primi 60 anni del Lionismo in Toscana, ma non esistono Club “primi della classe”, la nostra storia è la vostra storia, e da lì bisogna ripartire. Questo è l’augurio che facciamo a tutti noi e sono convinto che se sapremo ritrovare i valori dell’amicizia e sapremo praticarla anche come Ascolto del prossimo, il nostro futuro sarà radioso e ci troveremo magari fra altri 20 o 30 anni a celebrare una cosa come questa. Quindi io vi ringrazio tutti, vi abbraccio idealmente e vi voglio bene.
Grazie
Eugenio Pattarino Presidente del Lions Club Firenze
A questo punto do la parola al Prof. Sandro Rogari, prima permettetemi di fare una sua breve presentazione. Sandro Rogari è nato a Firenze e si è laureato presso la Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” discutendo una tesi di Storia Contemporanea con il Prof. Giovanni Spadolini, dal titolo: “relazione fra la Chiesa e lo Stato prima della conciliazione”. Ha fatto tutto il suo percorso accademico presso l’Università di Firenze.
E’ stato titolare prima di una borsa di studio della Fondazione Luigi Einaudi, poi di una borsa di studio di addestramento didattico scientifico sempre dell’ Università di Firenze. E’ stato Contrattista, Ricercatore, Professore associato, vincitore del primo concorso libero bandito 1984 e infine Professore straordinario e poi ordinario presso la facoltà di Scienze Politiche succedendo nella cattedra di storia contemporanea a Giovanni Spadolini. Nella sua carriera di docente è stato titolare di numerosi insegnamenti sempre nell’ambito degli studi contemporanei, storia dei movimenti sindacali, storia dello sviluppo economico italiano, storia dei partiti, dei movimenti politici, storia dell’Europa occidentale e storia contemporanea. Ha avuto anche importanti ruoli amministrativi e direzionali all’interno dell’Università. E’ stato Vice direttore del dipartimento studi dello Stato, Vice preside dal 1 novembre 2000 al 31 ottobre 2006, è stato per due mandati consecutivi rieletto quasi all’unanimità, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Firenze e anche Pro-Rettore alla didattica. E’ membro di Società storiche nazionali e internazionali , è Presidente della Società Storica Toscana e vice- Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia. E’ socio ordinario dell’Accademia Colombaria di scienze e di lettere e Socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili e tante altre cose. Il numero delle sue pubblicazioni non è possibile raccoglierlo in meno di tre pagine per cui mi scuso se non potrò elencarle. I suoi interessi sono sempre stati rivolti ai movimenti politici e sociali, ed anche per questo è stato scelto come Oratore esterno al club. Fino a questo momento hanno sempre parlato dei Lions, ora a te la parola con un argomento che è “l’influenza dei Lions nella Società italiana”.
Intervento del Prof Sandro Rogari Università di Firenze
“L’influenza dei Lions sulla Società italiana”
Io ringrazio Eugenio di avermi presentato in un modo così generoso, credo di non meritare le lodi che ha espresso nei miei confronti, sono qua per amicizia, per interesse, perché sono molto interessato al tema e interessato al lavoro che viene fatto dai Lions italiani dai Lions fiorentini e per una amicizia nei confronti di Eugenio che risale agli anni in cui eravamo, lui alla facoltà di medicina, io nella facoltà di scienze politiche, studenti all’Università di Firenze, il percorso universitario in termini di anni ha coinciso e quindi nel momento in cui Eugenio ha fatto appello alla mi a partecipazione oggi qui con voi io mi sono sentito con grande piacere coinvolto e partecipe di questa vostra iniziativa.
Io sono convinto di quanto è stato detto da un po’ tutti coloro che sono intervenuti e in particolare dall’architetto Roberto Lallo ,buon ultimo, del fatto che in tutte le associazioni, movimenti , esiste un DNA, cioè esiste una specie di codice genetico iniziale se questo codice genetico iniziale è positivo, è profondo, queste associazioni hanno di fronte a sé una storia di crescita, una storia di sviluppo, una storia, come per tutte le associazioni e tutti i movimenti, di adattamento, cioè capacità di raccogliere nuove sfide che vengono dalla realtà che li circonda. Il DNA, il primo vero, grande DNA , secondo me, è da collocare in quell’anno fatidico per la storia dell’America, per la storia del mondo, per la storia dell’Europa che è il 1917, quando questo generoso imprenditore, uomo d’affari di Chicago, Melvin Jones, pensa di creare una Associazione che poi appunto viene denominata Lions, ma che è un acronimo per: Liberty, Intelligence, Our Nation Safety. Melvin Jones pensa di creare questa Associazione proprio perché ritiene sia necessario che le Elite di un paese: le elite sociali, politiche, le elite per la ricchezza, le elite per il successo che hanno avuto, nelle diverse professioni, debbano farsi carico e quindi essere in qualche modo responsabili del bene e del progresso della società. Devono, in qualche modo, mette a disposizione questo loro successo e anche e anche, tra virgolette, questo loro privilegio, nel senso positivo del temine, che è stato conquistato con il lavoro e con l’impegno personale e farsi carico dei problemi complessi del paese nel quale loro vivono e trasmettere questi loro benefici, questi loro privilegi in qualche modo ai ceti meno fortunati.
Quindi un principio di carattere solidaristico che si coniuga con il principio della responsabilità. Guardate bene, in questo acronimo se lo si studia molto bene, c’è un termine Liberty e Intelligence, ma c’è anche Our Nation Safety, il principio della garanzia della sicurezza. Siamo nel 1917, l’America entra in guerra, perché entra nella prima guerra mondiale ? Perché è minacciata la sicurezza dei mari, quindi l’interscambio economico, la libertà di trasferimento dei beni, delle merci e delle persone nei grandi Oceani e perché è minacciata la libertà in senso più generale. Ecco questi due termini che entrano nell’acronimo sono due termini assolutamente cruciali per comprendere quale è la dinamica di sviluppo all’interno della nazione americana. Probabilmente c’è un altro passaggio importante. Nel 1925 quando viene scelto di dare particolare attenzione ad una attività di solidarietà , di sostegno, di comprensione delle deficienze, dei limiti, delle debolezze di coloro che nella società civile sono i più deboli ed è l’attenzione al problema della Cecità. Nasce così il Sight first che è un programma che diventa centrale e cruciale per i Lions americani a partire da quell’anno. La cura della vista e la lotta alla cecità diventerà per tutto il Lionismo mondiale uno dei punti distintivi del loro impegno, insieme, naturalmente, a tanti altri.
In questa scelta di aiuto e lotta alla cecità, io ci vedo anche un valore simbolico, perché in questa lotta contro la cecità c’è anche, come dire, un impegno a dissipare le tenebre in qualche modo e dissipare le tenebre ha un valore metaforico che va al di là della visione nel senso più fisico del termine. E’ un dissipare le tenebre in relazione ad una visione più morale, più etica di quella che è la verità , di quella che è la giustizia, di quella che è la solidarietà che deve essere ricercata.
Un’altra data da sottolineare, nella storia degli Stati Uniti e del Lionismo è il 1920. Quest’ anno è una cesura, perche il Presidente Wilson e i valori che esso rappresenta, pensate al progetto della Società delle Nazioni, vengono sconfitti alle elezioni e l’America rientra nel suo isolazionismo. Non è casuale che il Lionismo si diffonda, nel corso degli anni ’20 e ’30, solo nella dimensione del Continente americano. Si raggiungono, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, qualche cosa come 1200/1300 Club, una dimensione simile, tanto per avere un’idea, alla attuale realtà Associativa dell’ Italia. Questo perché il continente americano, in quel momento storico, sta diventando una specie di enclave separata, distinta dal resto del mondo rispetto a quella che è la realtà dell’Europa, dove il Nazional-socialismo è dilagante. Il Fascismo e il Nazional-socialismo sono dilaganti in Europa, ma anche in Asia si dispiega l’imperialismo giapponese che tende a conquistare il Pacifico e il Continente. L’ Asia è probabilmente è il continente dove poi sostanzialmente comincia la Seconda guerra mondiale.
Bisogna arrivare al secondo dopoguerra perché il Lionismo arrivi in Europa, non è casuale che in Europa arrivi nel 1948 , non è casuale che in Italia arrivi un pochino dopo, nel 1951, quando, partendo da Milano, poi da Torino, poi da Napoli nascono i primi tre, quattro, cinque Lions Club. A partire da quell’anno, cominciano a diffondersi nella realtà italiana e poi nel 1953 arrivano a Firenze. Non torno all’esperienza fiorentina, tanti che mi hanno preceduto ne hanno parlato con puntuale conoscenza, comunque l’esperienza fiorentina arriva nell’aprile del 1953, la storia del Club di Firenze è stata ricostruita in quel bellissimo libro, di cui ci ha parlato Eugenio Giani, che io ho avuto il piacere di leggere per questa occasione, che è il libro di Maurizio Naldini “ Cinquanta anni di vita fiorentina vista dal Lions Club Firenze 1953 – 2003 ” che accompagna la storia del Lionismo fiorentino con la storia della città, dei problemi della città.
Non dimentichiamo che gli anni cinquanta, sono anni incredibili, che suscitano, basta tornarci con la memoria, in tutti noi un’ incredibile nostalgia. Non lo dico nel senso personale del termine, io ero un bambinetto, non è che una persona della mia età ha nostalgia dell’infanzia, casomai ha la nostalgia della giovinezza. Non è quindi una nostalgia di tipo soggettivo è una nostalgia di tipo oggettivo. Andando a vedere quegli anni si riscopre un senso di dinamismo, di entusiasmo, di voglia di fare, di voglia di creare, questa si che ci da nostalgia vista con gli occhi di oggi. Si scopre, ad esempio, che l’Autostrada del sole: 750 chilometri da Milano a Napoli, è stata fatta in 5 anni. Lo ricordo sempre ai miei studenti che si guardano intorno e vedono che ci stiamo a tormentare anni, anni e anni su problemi che potrebbero essere risolti in tempi brevi, che so, penso all’aeroporto, alla gestione della tramvia o sul piano nazionale altri problemi ben più ampi, ben più gravi. Ebbene l’Autostrada del sole è stata fatta in 5 anni compreso il tratto Firenze Bologna, che ha implicato un impegno di tipo ingegneristico tale da fare degli ingegneri italiani e delle ditte italiane che hanno fatto la Firenze Bologna in quel momento storico , una specie di monumento della tecnologia dell’epoca sul piano mondiale.
Ecco allora andando a vedere quegli anni uno dice: ma che cosa è successo in mezzo per cui oggi noi ci tormentiamo, ci dibattiamo, ci dividiamo su tutto, blocchiamo tutto, insabbiamo tutto, non riusciamo mai a portare avanti nulla. Detto questo però, torniamo agli anni cinquanta dove il Lionismo che mi pare Maurizio Naldini, nel suo libro l’abbia giustamente definito un’etica liberale di tipo calvinista, trasmigra nella realtà italiana e si incontra con quello che è, riconosciamoci qualche merito, quello che è il profondo senso di Solidarismo e anche entusiasmo volontaristico, Voglia di partecipare dei singoli nelle azioni, non tanto nelle Istituzioni.
La nostra debolezza è sempre stata nelle Istituzioni, ma i singoli, le singole persone: l’italiano, il fiorentino, il toscano sono sempre state alimentate da uno spirito solidarista e da uno spirito volontarista eccezionale. Quindi nel Lionismo italiano, queste due sensibilità: la nostra storia solidaristica e lo spirito Calvinista del Lions Club International si sono sposate perfettamente.
Faccio un inciso: trovo giusto il richiamo fatto da Maurizio Naldini a Calvino. Per Calvino l’eletto deve giustificare di essere eletto. Per la cultura religiosa del calvinista egli deve giustificare a se stesso, a Dio e al mondo, la propria elezione e quindi impegnarsi perché l’essere eletto non sia un fatto di esclusività e di arroganza , ma sia un momento per diffondere quelle che sono le proprie doti, le proprie qualità ai meno privilegiati, ai meno dotati e quindi in qualche modo partecipare, con spirito solidale e di responsabilità, alla vita della comunità.
Ecco quindi, a mio avviso, perché il Lionismo in Italia ha avuto un incredibile sviluppo, parte da questi tre o quattro Club nel 1951 , poi si estende rapidamente fino ad essere oggi una realtà di oltre 1300 Club con un numero di iscritti intorno ai 50.000. Quindi qualche cosa, probabilmente, che lo fa essere la più grande organizzazione volontaristica, solidaristica presente sul tessuto nazionale. La dimostrazione qual è ? La dimostrazione è che quel codice genetico che Melvin Jones ha pensato di infondere, non era esclusivo di una realtà americana del tempo, ma poteva diffondersi, cioè aveva la capacità in qualche modo di adattarsi di cogliere quelle che erano le specificità locali, di cogliere quelle che erano le culture , i sentimenti locali.
Mi fa piacere vedere di fronte a me gli amici Lions giapponesi. Questo vuol dire che in culture così lontane, storicamente così lontane rispetto alla cultura occidentale, il Lionismo ha fatto breccia.
L’architetto Roberto Lallo, che ha parlato prima di me, si è soffermato un po’ sul problema del futuro, e anche io in qualche modo ci ho riflettuto per preparare queste poche parole che vi sto dicendo. Penso che da un lato ciascun Club debba confrontarsi con il proprio territorio. Ho scorso un po’, prendendo la felice occasione che Eugenio mi ha dato, una delle Riviste dove i vari Club, ricostruiscono un po’ la propria attività per andare a vedere quale era lo specifico della loro azione e ho visto che il collegamento con le problematiche del territorio è uno dei tratti abbastanza comuni. Mi è piaciuto vedere che a partire dagli anni ottanta ci sono molti Club promossi da donne, qualcuno, almeno all’origine, esclusivamente femminile e questo poi si è diffuso negli anni novanta alla svolta del nuovo secolo.
Ho visto anche una grande sensibilità per i problemi generali del Paese, dell’Europa e delle parti più svantaggiate del Pianeta. Allora qual è la mia riflessione? La mia riflessione è che la sensibilità per il territorio debba essere sempre di più coordinata e connessa con quella che è l’attenzione per i valori comuni del nostro Paese, per i problemi della Crescita e dell’Integrazione europea che è, per noi, il binario principale su cui ci dobbiamo muovere, e lo è a maggior ragione oggi, nel momento in cui l’Euro è considerato qualcosa che ci ha portato molti guai. Per carità, l’Euro è stato costruito facendo degli errori, l’area comunitaria si è allargata, l’Unione europea si è allargata a dismisura senza costruire determinate istituzioni che permettessero di metabolizzare tutto ciò, però da qui dobbiamo passare, noi non abbiamo un futuro se non all’interno di una grande area integrata.
Ecco. Allora io penso che, se dovessi indicare dei temi di lavoro per i Lions, in un momento in cui l’elemento della solidarietà e dei processi di aggregazione sono fondamentali in un paese che, ahimè, si sta disgregando sotto tanti profili, darei privilegio ai temi della sensibilità per l’ identità italiana. L’ identità nazionale come parte di una identità europea. Poi riproporrei questo tema alla responsabilità delle classi dirigenti.
Noi ci siamo abituati, negli ultimi venti, venticinque anni, a vedere delle classi dirigenti, soprattutto classi politiche, sfruttare il bene comune e dilapidarlo. Questo, forse, nell’immagine mass-mediologica è anche eccessivo rispetto a quella che è la realtà, però è un dato di fatto che l’idea, che le Elite debbano svolgere un servizio con senso di responsabilità a me pare che debba essere un elemento fondamentale per ricostituire un tessuto civile, un tessuto sociale in questo paese.
Infine il problema della comunicazione. Io ritengo che i Lions dovrebbero curare questo aspetto. Ci siamo, ma facciamo arrivare a un più vasto pubblico della società civile il messaggio di ciò che facciamo, non tanto sul piano personale, per carità, io riconosco il principio evangelico che la mano sinistra non debba sapere che cosa fa la mano destra, ma il fatto che ci siamo, che i Lions Club ci sono, che svolgono delle funzioni importantissime di sostegno, di sensibilità, di solidarietà. Questa notizia deve arrivare alla società civile. Per fortuna alcuni organi di stampa lo fanno questo lavoro, La Nazione, per esempio, ne parlava l’amico direttore Gabriele Cané, ha settimanalmente una pagina dedicata ai Service Club, ma io La Nazione la vedo come un unicum nel sistema della comunicazione, non vedo altro. Io penso che il sistema della comunicazione, creando forse un vero e proprio ufficio dei Soci dediti alla questione della comunicazione, sarebbe oggi un passaggio molto importante , non perché questo dia più forza alla realtà del Lions, ma perché questo dà il senso della presenza e quindi l’insedia nel territorio, quindi fa percepire al comune cittadino il fatto che questa Associazione c’è ed è molto importante e che svolge una funzione sociale e civile di grande rilievo.
Grazie
Eugenio Pattarino Presidente Lions Club Firenze
Grazie Sandro. A questo punto passo la parola al Governatore per le sue conclusioni.
Intervento del Dott. Marcello Murziani Governatore del Distretto 108 L/a
“Considerazioni finali”
Abbiamo ascoltato delle Relazioni interessantissime, siamo, in un certo qual modo, qui a valutare il passato, quello che è stato il passato e il futuro della nostra Associazione. Mi sono segnato alcune cose, non mi sono preparato, ovviamente, perché il mio compito è quello di trarre delle conclusioni sugli interventi che mi hanno preceduto.
Questo Convegno è importantissimo, non solo perché è inserito in una celebrazione, quella dei 60 anni del Lions Club Firenze, importante per la città di Firenze, ma è importante per tutto il Distretto 108L/a Toscana, in quanto proprio con il Club di Firenze è iniziata la storia del Lionismo in Toscana.
Tra le cose che mi sono segnate c’è il concetto di Amicizia espresso dall’amico Roberto Lallo, in termini di Ascolto e poi il concetto di Nostalgia. Nostalgia, che, per altro è già stato sottolineato, voglio identificare per certi anni, per una certa volontà, espressa da coloro che erano protagonisti in quell’epoca che era dettata dalla Speranza. Erano anni in cui c’era un sentimento molto diverso da quello depressivo di oggi e di questo dobbiamo avere nostalgia, non del passato sic simpliciter, perché io sono convinto che se nulla cambia tutto invecchia e la cosa non è bella, quindi anche noi come Lions credo che sì dobbiamo guardare al nostro passato, ma perché ci serva per sentirci onorati di un qualcosa che abbiamo trovato grazie a persone che ci hanno preceduto, ma, allo stesso tempo, sentire sopra di noi un onere oltre all’onore ed è l’onere di saper continuare questa cosa meravigliosa, saper consegnare alle future generazioni di Soci, la stessa eccellenza nel Lionismo che abbiamo ricevuto dagli amici Soci che ci hanno preceduto e che hanno agito secondo i nostri comuni principi.
Mi sono poi segnato il concetto di Solidarietà, espresso dal Prof. Rogari, e vorrei esprimere il mio punto di vista. Certamente la Solidarietà è un atteggiamento che ci ha contraddistinto, ma che è tipico del passato. Se si intende la Solidarietà come Carità, come Beneficenza, come fare da distributori di quella ricchezza che, proprio in senso calvinistico, molti Club di affari di origine anglo-sassone identificavano per “fare del bene” a chi era meno fortunato di loro. Trovo che oggi noi siamo in grado di compiere un passo avanti. A me piace, guardando al futuro, correggere, o meglio, più che correggere aggiungere a questo concetto di Solidarietà, di Carità, di Beneficienza, il concetto di Sussidiarietà. Io penso che il futuro ci vedrà impegnati nel prendere parte al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità in modo più complesso, approfondito e concreto di quello che abbiamo fatto sino ad ora. Parlare abbiamo parlato tantissimo, però ora è finita la “Luna dell’avvento”, occorre che ci sia l’azione e l’azione vede come parte essenziale quell’ascolto di cui parlava il nostro amico Roberto Lallo. Ascoltare, ascoltare non soltanto gli amici Lions, ma ascoltare ciò che avviene al di fuori delle nostre mura. Mettere attenzione alla collettività in cui viviamo, alla società in cui siamo immersi e che è naturalmente cambiata dal 1917 ai nostri giorni. Dobbiamo farci trovare pronti, studiando, riflettendo sul nostro orgoglioso passato, per la sfida del futuro.
Per questa sfida del futuro ritengo essenziale che si guardi allo sviluppo della presenza delle donne e dei giovani nel Lions, che ricordo nasce come Associazione prettamente maschile. Ho è detto che se nulla cambia tutto invecchia e naturalmente, fisiologicamente invecchiamo anche noi ed allora ci possiamo, magari, trovare nella necessità di avere un’aggiunta alla nostra razionalità rappresentata dall’entusiasmo dei bambini, dei giovani.
Proprio l’altro ieri, nel consegnare 12 computer ai bambini dislessici su iniziativa del Lions Club Cecina, ho avuto una platea completamente diversa da voi. Era una platea rappresentata da bambini delle elementari: maschietti e femminucce, e ho sentito in me il desiderio e la necessità di parlare il loro linguaggio e vi assicuro non è molto semplice. Si parlava di comunicazione, e ho fatto riferimento ad una vignetta di un Comics per spiegare che cosa desideravo che nella loro emotività si fermasse per poterne poi, e glielo ho detto chiaramente, parlare ai loro genitori, agli zii, agli amichetti che non erano presenti. Vi dicevo ho fatto riferimento ad una vignetta di una striscia di Charlie Brown, che io vidi e che è molto bella. Ricordate il bambino con la copertina, ecco questo bambino in questa vignetta aveva accanto un amichetto e questo amichetto, molto serioso, chiede a Charlie Brown: “ Ma a che cosa serve vivere ” e Charlie Brown con quella naturalezza che lo contraddistingue risponde: “ A rendere felici gli altri ”.
Ecco, io credo che in questa riposta ci sia un messaggio di grande validità non soltanto per quei bambini, ma anche per noi adulti. I ragazzi poi si misero poi a parlottare tra loro e a giocare, anzi li invitai io stesso a farlo perché pensai che dopo due ore si fossero stancati ma sono convinto che essi abbiano portato dentro di loro questo semplice messaggio. Un messaggio semplice, ma non scontato. Secondo me questo atteggiamento verso gli altri è come una crepa, una crepa nel muro dell’indifferenza. In ogni muro c’è una crepa ed è proprio da questa crepa che entra la luce. Mentre Paolo Fanfani, tracciava un minimo di storia dei Service del Club di Firenze, pensavo a tutti i piccoli e grandi capolavori che i Lions Club fanno nel mondo attraverso l’opera dei loro Soci e pensavo in quante crepe della società noi riusciamo ad entrare portando la luce della nostra azione. Lo abbiamo fatto nel passato e lo faremo nel futuro, però dobbiamo sempre stare attenti perché un certo filosofo a metà del settecento disse una cosa che è veramente valida “ Perché il male trionfi basta che i giusti non agiscano ” ed allora noi, che ci riteniamo e siamo uomini giusti, dobbiamo agire e possiamo agire.
E’ stato rammentato dal mio amico Presidente Eugenio Pattarino, un concetto che coagula e sintetizza il nostro essere Lions: “ essere cittadini umanitari attivi ”, ed allora ascoltando la società che ci circonda, ascoltando la collettività, e quando parlo di collettività mi riferisco non solo ai singoli, ma anche dalle Istituzioni, ascoltando quelli che sono realmente i bisogni della collettività, non inventandoceli a nostro uso e consumo, riusciremo insieme, in armonia, in amicizia a creare quei servizi atti a soddisfare quei bisogni.
Ecco io credo che il futuro del Lionismo ci chieda di continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto, ma con una attenzione particolare a contestualizzare la nostra azione. In un momento come questo, c’è stato chi si è riportato alla crisi del 1929, io penso, non l’ho vissuta, l’ho solo studiata, che questa sia una crisi ancora più subdola di quella del ’29, i Lions hanno una crepa dove far entrare la luce. Voglio ricordare ciò che chiese Melvin Jones, il nostro fondatore nel 1929 ai Lions Club degli Stati Uniti: di impegnarsi, per tre anni, a badare al benessere della popolazione in quel momento di crisi.
Per cui quando tra noi si parla di crisi del Lionismo, forse ci si riferisce alla crisi degli uomini del Lionismo e questo può essere fisiologico in una grande Associazione come la nostra, ma non certo di una crisi dei principi che ci animano, e lo abbiamo dimostrato qui stamattina. Ed allora noi da uomini giusti dovremo sempre agire cercando di essere presenti nella società nei modi in cui la società ce lo richiede. Ecco l’ascolto, ti ringrazio Lallo perché mi hai dato modo di ragionare su questo aspetto perché addirittura stiamo arrivando alla teorizzazione di questo “ cittadino ispirato “, gli americani lo chiamano: public inspired citizen , cittadino ispirato che poi è il Lions , è il cittadino Lions, è quel cittadino che crede, e agisce fermamente secondo quel principio. Ho citato prima che quando si parla di questo tipo di cittadino si va verso la sussidiarietà, non tanto nella solidarietà che non si abolisce come non si abolisce la carità, non si abolisce la beneficenza ma si aggiunge una visione diversa che fa prevalere il concetto di movimento di idee, di opinion leaders che in certi momenti è importante e supera il concetto della carità. Proprio ieri l’altro sera ho partecipato a una conferenza insieme a rappresentati di altre associazioni proprio in tema di cittadinanza umanitaria attiva e mi piacque quell’amico che opera a Haiti, in una scuola che disse: “ stiamo attenti perché la carità non serve a niente ”. La più grande scrittrice africana che è nata in Burkina Fasu , ha detto “ l’Africa di carità sta morendo ”. Queste considerazioni ci devono far riflettere. Questo non vuol dire che noi non dovremo continuare ad essere solidali, ma dovremo trasformare gli aiuti umanitari in investimenti umanitari per far sì che coloro che oggi chiedono aiuto, domani non lo chiedano più, e noi Lions, in questo, abbiamo veramente la più grande opportunità da quando siamo nati, io parlo soprattutto per l’Italia, in un momento in cui al diritto amministrativo, che ormai è consolidato come dottrina, si sta affiancando il diritto della sussidiarietà. Ripeto: è il nostro momento, noi dobbiamo badare a continuare a dare quell’ aiuto al buon governo e alla buona cittadinanza che ci ha sempre contraddistinto nelle opere non soltanto nei pensieri.
Quindi, concludendo, vi ringrazio per questa mattinata di riflessione, che sono servite a me, ma anche a tutti noi. Ringrazio il Lions Club Firenze per avermi ospitato in questa celebrazione così importante che riguarda il nostro distretto, ringrazio i Relatori che mi hanno dato tanti spunti per l’ascolto appunto, In quella meravigliosa mattina nella scuola di Cecina, che vi raccontavo prima dissi ai bambini che il Creatore, in fin dei conti, ci ha anche aiutato nel farci propendere all’ascolto rispetto al parlare, ci ha fatto due orecchie e una bocca sola, quindi siamo favoriti abbiamo due organi che ci consentono proprio di ascoltare, purtroppo ascoltiamo poco. Grazie Roberto Lallo, questa è la terza volta, di aver fatto riferimento al concetto di amicizia come ascolto, questo a mio parere è il futuro del Lions. Come Governatore la mia carica dura fino al prossimo 30 giugno, ma come socio mi auguro di durare tanto e quindi vedremo se abbiamo ragione.
A conclusione di questa mattinata, con il sorriso sulle labbra che deve contraddistinguere ogni giornata Lions, ogni attività Lions, voglio essere solenne e in questo momento mi alzo perché solennemente voglio ringraziare il Lions Club di Firenze, solennemente perché è stato il primo club in Toscana e quindi ha dato la possibilità a questo movimento e a questa meravigliosa associazione di estendersi nel nostro territorio, nell’eccellenza di tutte le opere di tutti i Lions Club e, cosa ancora più importante di aver dato continuità e coerenza alla propria azione nel tempo.
Grazie
Eugenio Pattarino Presidente del Lions Club Firenze
Grazie Governatore, grazie per queste tue conclusioni. Sono soddisfatto di quello che è venuto fuori da questa giornata mi dispiace se c’è stato qualche intoppo ,qualche mia disattenzione, ma tutto in questi giorni si è svolto con un ritmo frenetico , tanti erano i problemi ogni volta che se ne è superato uno ne sorgevano due. Ho avuto l’aiuto di tanti soci che adesso voglio ringraziare: prima di tutto il Presidente del Comitato Organizzatore del 60°, Fabrizio Borgioli e i Componenti del Comitato: Luigi Paganelli, che doveva essere il Presidente del 60° ma che si è dovuto trasferire all’estero per lavoro e che è idealmente presente tra noi. A lui va anche il merito di aver avuto l’idea di illuminare la Fontana del Biancone, che successivamente è stata portata a termine da Roberto Lallo, Luigi Canovaro e Paolo Biondi.
Ai Soci Augusto Porciatti, Dante Melchionne, Alessandro Panajia e Matteo Lucherini, che hanno lavorato nel Comitato.
Un particolare ringraziamento a Simone Speciale Luchinat e Renzo Marinelli, che hanno seguito il restauro della fontana degli Uffizi, che inaugureremo questo pomeriggio.
Voglio citare anche il socio Enrico Mariani che ha fornito le formelle in cotto che sanno consegnate ai vari ospiti presenti.
La mia gratitudine a Roberto Speciale e Amerigo Pelagotti che hanno sapientemente curato il cerimoniale e l’organizzazione di tutta questa giornata.
Un particolare ringraziamento al Comune di Firenze. Al Dott. Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale e nostro socio che ci ha dato il suo sostegno e al responsabile dell’ Ufficio Tecnico delle Belle Arti, Arch. Giorgio Caselli che ci ha assicurato la disponibilità piena della struttura comunale.
Ringrazio anche la Banca di Cambiano che ci ha dato la possibilità di organizzare questa mattinata. Vi do l’appuntamento per stasera alle 22.00 sotto queste finestre di fronte alla Fontana del Biancone, per questo gioco di luci e musica che dovrebbe essere qualcosa di particolare. Riusciremo, finalmente ad inaugurare l’illuminazione della fontana come regalo alla città, come ricordo, grazie al rapporto di collaborazione e partnership che si è creata con la SILFI, la società della pubblica Illuminazione e con il suo Amministratore Delegato Claudio Bini.
Avremo anche un altro momento importante nel pomeriggio, alle 17.00, sulla terrazza degli Uffizi. Alla presenza della Soprintendente Cristina Acidini e del Arch. Antonio Godoli, presenteremo il restauro della Fontana del Giambologna, Come è stato già detto questa mattina, la Fontana fu realizzata e donata dai Lions di tutto il mondo con i residui dei fondi raccolti in occasione della Alluvione del 1966. Oggi, grazie al contributo della Banca Cooperativa di Signa e della Galleria Frilli, del nostro Socio Renzo Marinelli, che ha curato la pulitura della parte bronzea, la Fontana torna a nuovo splendore. Per inciso ricordo che il bronzo: “ Il Nano Morgante a cavallo di un mostro marino “ fu fusa dal padre del nostro Socio Marinelli e questo è un altro segno di continuità.
Grazie a tutti
Presentazione del Restauro della Fontana del Giambologna
ore 17.00 – Terrazza della Caffetteria degli Uffizi
Saluto del Presidente del Lions Club Firenze
Dott. Eugenio Pattarino
Saluto del Governatore del Distretto 108 L/a Toscana
Dott. Marcello Murziani
Saluto del Presidente del Consiglio dei Governatori
Dott. Gabriele Sabatosanti
Intervento del Responsabile della Fabbrica degli Uffizi
Arch. Antonio Godoli
Presentazione della Sovrintendente del Polo Museale
Dott.ssa Cristina Acidini
La Storia di questo Service
Dopo l’alluvione del 1966, i Lions di tutto il mondo contribuirono con donazioni in denaro e beni di prima necessità, al sollievo della popolazione di Firenze sommersa dal fango e distrutta nella sua struttura produttiva e commerciale.
Finita l’emergenza, si pensò a realizzare una opera importante che ricordasse il nome del Lions Club International e la sua azione in favore della ricostruzione. Si pensò quindi di ornare la bellissima terrazza degli Uffizi, posta sopra la Loggia dei Lanzi, di un’opera monumentale. Su un basamento in pietra forte, fu posto un bacile di pietra di epoca rinascimentale al cui centro fu collocata una riproduzione di un bronzo il Giambologna. “Il Nano Morgante a cavallo di un drago marino” L’opera di riproduzione fu affidata alla Fonderia Marinelli, e la presentazione avvenne il 27 Giugno 1972. Madrina d’eccezione la Prof.ssa Luisa Becherucci, una delle più grandi Storiche dell’ Arte del ‘900.
La cerimonia di consegna
Il Club in questi anni è sempre stato molto attaccato a questo dono che i Soci vollero fare alla città e, a 40 anni dalla sua collocazione, hanno pensato di restaurare l’opera sia nella parte lapidea che in quella bronzea. Alla presenza del Presidente del Consiglio dei Governatori, Gabriele Sabatosanti, del Governatore Marcello Murziani e di un folto pubblico di Soci e ospiti si è svolta la cerimonia di consegna dell’opera.
Nel corso della cerimonia l’Arch. Godoli ha illustrato le tecniche di restauro adottate mente la Soprintendente al Polo Museale, Dott.ssa Cristina Acidini, ha illustrato la figura dell’ Artista e ringraziato i Lions per aver restituito a nuova vita un’opera posta in uno dei punti più suggestivi di Firenze e vista da milioni di visitatori ogni anno.
L’operazione di restauro è stata seguita personalmente dal Responsabile Tecnico della Fabbrica degli Uffizi, Arch. Antonio Godoli. e per il Club dal Socio Arch. Simone Speciale Luchinat. Si è intervenuti sia sulla parte lapidea del basamento sia sulla parte bronzea. La prima è stata restaurata dalla ditta Zoccolini & Bianchi, mentre la pulitura della parte bronzea è stata sponsorizzata e realizzata dalla Galleria Frilli del Socio Renzo Marinelli, che, insieme al fratello Enrico, sono gli eredi di colui che la realizzò. Tutto l’intervento è stato sostenuto dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa.
Un folto pubblico ha assistito alla Cerimonia
Tra cui la Delegazione del Lions Club Kioto Shimei
La Cena di Gala
Ore 20.00 – Palazzo Borghese e della Stampa
Nella splendide sale dello storico Circolo di via Ghibellina si è svolta la Cena di Gala. Presenti oltre 200 tra Ospiti e Soci. Al tavolo d’Onore il Presidente del Consiglio dei Governatori, Gabriele Sabatosanti e Il Governatore Distrettuale, Marcello Mursiani. Tra gli ospiti anche Il Direttore de La Nazione Gabriele Canè e Giancarlo Antognoni, padrino della cerimonia di illuminazione della Fontana del Nettuno.
Il presidente Eugenio Pattarino, nel suo intervento ha salutato gli Ospiti ed in particolare i Presidenti dei tanti Lions Club che sono stati sponsorizzati dal Lions Club Firenze, ha cui ha donato una targa ricordo in cotto dell’ Impruneta, realizzata per l’occasione dalla ditta MITAL del nostro Socio Enrico Mariani.
Il Presidente del Consiglio dei Governatori Gabriele Sabatosanti ha ringraziato e salutato i Soci del Lions Club Firenze
Alcuni momenti della serata
Il Presidente Eugenio Pattarino, al termine della serata ha consegnato la targa ricordo del 60° al Presidente del Consiglio dei Governatori, Gabriele Sabatosanti
Il Vice Governatore Fiorenzo Smalzi
I Soci, da sinistra: Ugo Poggi, Paolo Fanfani, Giuseppe Guarducci, Carlo Cappelli e Gianni Lusena
I Soci, da sinistra: Giovanni Zaccaria, Giovanni Nediani, Francesco Faussone e Dante Melchionne, brindano al compleanno del Club
Il Socio PID Massimo Fabio con la Presidente Leo Gaia Becattini
Nuova luce per la Fontana del Nettuno
Ore 22.00 – Pubblica Manifestazione in piazza della Signoria
Saluto del Presidente del Lions Club Firenze
Dott. Eugenio Pattarino
Saluto del Presidente del Consiglio Comunale
Dott. Eugenio Giani
Saluto dell’ A. D. della SILFI spa
Dott. Claudio Bini
Esibizione musicale
Al pianoforte Monica Petrelli – Vocalist Cinzia Spinelli
Cerimonia di Accensione
Padrino della Manifestazione Giancarlo Antognoni
La Storia del monumento
L’opera è frutto del concorso bandito dal Granduca Cosimo I, nel 1559, per creare a Firenze la prima fontana pubblica. Tra i tanti illustri scultori, tra cui Benvenuto Cellini, fu scelto il progetto di Bartolomeo Ammannati che intendeva esaltare, attraverso la figura di Nettuno che riprende i tratti somatici del Granduca, i gloriosi traguardi raggiunti da Firenze nel campo della marineria, tra cui la conquista di Pisa e la fondazione del porto di Livorno. Agli angoli della vasca sono presenti i gruppi di divinità marine Teti, Doride, Oceano e Nereo, ciascuna delle quali ha, ai piedi, un corteo di ninfe, satiri e fauni in bronzo realizzati dal Giambologna.
La fontana fu inaugurata in occasione delle nozze di Francesco I, con la Granduchessa Giovanna d’Austria, il 10 dicembre 1565
Il Progetto dell’Illuminazione
Il progetto vuole essere il dono che il Lions Club Firenze fa alla città in occasione del 60° della sua fondazione, ed è stato co-sponsorizzato da SILFI spa, la Società per la pubblica illuminazione di Firenze con il coordinamento dell’Ufficio Belle Arti del Comune diretto dall’ Arch. Giorgio Caselli. Esso si inserisce nel programma: “ Florence I care”, promosso dal Comune di Firenze, che vede i privati coinvolti in progetti di restauro dei vari monumenti cittadini.
L’intento dell’ intervento illuminotecnico, curato dall’ Arch. Claudio Vallario della SILFI, è quello di riportare la Fontana ad una percezione visiva notturna strettamente legata alle straordinarie qualità artistiche della piazza.
L’illuminazione ha previsto l’utilizzo di corpi illuminanti ad alta tecnologia LED ed a basso consumo. L’azienda produttrice dei corpi illuminanti, DGA, rappresenta un’eccellenza del tessuto industriale fiorentino. La metodologia prescelta ha cercato di ottenere una scala di lettura scenografica, attraverso la relazione fra volumi e spazi dell’ambiente monumentale rispetto all’osservatore e alle sensazioni volute dall’Ammannati.
C’è anche stato l’intento di dare plasticità alla scena, creando aree a differente illuminamento e atmosfera, che possano valorizzare la lettura del monumento all’interno di Piazza della Signoria.
Questo si è ottenuto miscelando sorgenti di luce bianca a temperatura di colore diversa, grazie all’uso delle nuove tecnologie LED. In particolare l’impianto prevede la possibilità, in occasione di eventi temporanei, di miscelare diversi colori predefiniti dal rosso al verde, dall’azzurro al viola.
Grazie al contributo della Ditta Gino Berchielli srl è stato anche possibile ripristinare l’impianto idraulico e le relative pompe che hanno permesso di riaccendere i diversi giochi d’acqua previsti dall’artista.
La cerimonia pubblica ha visto una grande partecipazione di cittadini ed è stata accompagnata da un performance musicale sull’arengario di Palazzo Vecchio
Il Presidente Eugenio Pattarino, ha salutato la cittadinanza, illustrando il significato della celebrazione. Hanno portato il loro saluto: il Presidente del Consiglio Comunale, Eugenio Giani; l’ Amministratore Delegato di SILFI spa, Claudio Bini e la Soprintendete Cristina Acidini.
Al termine, Giancarlo Antognoni, ex capitano della Fiorentina e padrino della manifestazione ha acceso simbolicamente la nuova illuminazione.
Si ringraziano:
Il giornale La Nazione come Media Partner
Gli Sponsor:
SILFI spa
Banca Cooperativa di Cambiano
Banca Credito Cooperativo di Signa
Galleria Frilli – Firenze
MITAL Cotto – Impruneta
Le Istituzioni:
Il Comune di Firenze
La Presidenza del Consiglio Comunale
L’ Ufficio Tecnico Belle Arti del Comune di Firenze
I Fornitori:
DGA Illuminazione a LED
Marini Pandolfi spa – Forniture elettriche
Gino Barchielli srl – Impianti idraulici
Zoccolini & Bianchi – Restauri
Lo Scalco srl – Catering
Un particolare ringraziamento a Patrizia Calcinai, Presidente del Lions Club Firenze Ponte Vecchio, per lo sbobinamento degli atti del Convegno che sono stati rielaborati dal Segretario del Club, Roberto Lallo
Un ringraziamento a tutti i Soci del Lions Club Firenze e al Comitato Manifestazioni presieduto da Fabrizio Borgioli e composto da: Paolo Biondi, Luigi Canovaro, Alfredo Ceccarelli, Roberto Lallo, Matteo Lucherini, Dante Melchionne, Renzo Marinelli, Luigi Paganelli, Alessandro Panajia, Amerigo Pelagotti, Augusto Porciatti, Roberto Speciale, Simone Speciale Luchinat