21 Maggio 2011
Palazzo Pretorio – Lucca
Convegno su:
“60 anni di Lionismo in Italia: L’esperienza Toscana”
Il Centro Studi del Distretto 108 L/a Toscana, su iniziativa del Governatore Distrettuale Roberto Faggi, ha voluto celebrare il 60° anniversario della fondazione del primo Lions Club in Italia. Il Convegno, curato dal Direttore del Centro Studi, Armando Ceccarelli, si è tenuto a Lucca presso il Palazzo Pretorio, ospiti del Presidente della Autorità di Bacino del Serchio Prof. Raffaello Nardi. Proprio il Prof. Nardi, Socio del Lions Club Lucca Host, ha svolto la funzione di moderatore.
I lavori sono stati aperti da Enrico Bausi, Presidente del Lions Club Firenze, primo Club fondato in Toscana nel 1953, che ha ripercorso l’attività dei primi Lions in rapporto alla Società italiana del dopoguerra tra il 1953 e il 1992. Giorgio Pancrazi, del Club di Livorno Host, ha ricostruito la vita dei Club del tempo e il rapporto tra i Soci. Antonino Poma, del Club Firenze Bagno a Ripoli, ha ricordato la nascita del Distretto Toscano e lo sviluppo dei Club negli ultimi 20 anni.
Nella seconda parte del Convegno, moderato da Stefania Andreani, ha preso la parola il PDG Gianfranco Rivola sul tema “Etica del servizio e centralità del Club” e il Socio del Lions Club Pisa, Michele Barbieri che ha ripercorso le principali azioni dei Lions in Toscana.
Il Direttore del Centro studi, Armando Ceccarelli del Lions Club Firenze Bagno a Ripoli, ha tratto le conclusioni con un interessante intervento sulla necessità della riscoperta dei valori fondanti del Lionismo, come garanzia di sviluppo futuro della associazione.
Al termine del Convegno il Presidente Enrico Bausi ha donato ad Armando Ceccarelli un guidoncino originale del Lions Club Firenze del 1953
Intervento Presidente del Lions Club Firenze
Dott. Enrico Bausi
Non possiamo, inquadrare oggi il significato della nascita in Italia dei Lions Club, senza fare riferimento al particolare periodo storico, quello del dopoguerra, nel quale l’Associazione mosse i primi passi in Italia. Un periodo carico di attese, di visione del futuro, d’impegno individuale per la ricostruzione non solo della struttura economica del paese, ma anche la sperimentazione di un nuovo sistema politico democratico.
Vorrei, quindi partire da un passo del libro di Maurizio Naldini “ cinquanta anni di vita fiorentina vista dal Lions Club”:
“ ……la Firenze del 1953, conobbe il risveglio dopo la tragedia della guerra. Fu quello l’anno della ripresa. Se, infatti, fino a quella data ancora dovevamo lottare per garantirci il cibo, con quell’anno il prodotto interno lordo comincia a volare al ritmo di otto punti l’anno. L’industria decolla e lascia indietro l’agricoltura anche per numero di addetti. Si profilano nel 1953 le nuove alleanze politiche, i progetti strutturali che ci avrebbero portato al boom degli anni Sessanta. L’Italia si risveglia, si scrolla dalle spalle il passato recente, supera definitivamente le divisioni, e si mette in marcia per diventare un Paese occidentale e moderno…”
Queste furono le motivazioni che videro tanti giovani quarantenni di allora (questa era l’età media, ad esempio, dei Fondatori del Lions Club Milano) mettersi a disposizione per un progetto ambizioso: introdurre, anche nella società italiana, una serie di valori di origine anglosassone, così diversi da quella che era stata, sino ad allora, la cultura dominante.
Solidarietà e disponibilità personale, nella liberta, per il bene della Comunità.
Nella riunione svoltasi a Milano al Ristorante Savini il 5 marzo 1951, Un gruppo di “ Simpatizzanti del Lions Club”, come li definisce il verbalizzante, coordinati da Oskar Hausmann, incontra il Presidente Internazionale Mr. Petry; il Governatore del Distretto Svizzero Dr Herbert Von Salis e l’Avv. Giancarlo Bianchi, Presidente del Lions Club Lugano.
Questa si può definire la serata decisiva per l’inizio della avventura dei Lions in Italia. Colpisce, in particolare l’attualità del messaggio lanciato dal Presidente Internazionale. Il verbalizzante infatti scrive:
“… si è richiamato a quei principi di etica e di solidarietà che sono alla base di questa iniziativa, insistendo specialmente sul concetto che i Lions Club sono “Service Club”, cioè associazioni che riuniscono uomini i quali, pur essendo presi dal loro lavoro e dai loro affari, intendono dedicarsi gli interessi della Collettività e a un maggiore progresso del loro paese nei rapporti Internazionali…..”
Parole semplici e chiare che fanno riflettere, per la loro attualità a 60 anni di distanza.
Di quel gruppo di “ Simpatizzanti”, che nei mesi successivi dettero vita al Lions Club Milano, faceva parte l’Avv. Arnoldo Funaro, industriale Chimico fiorentino, proprietario della SIDOL, fu lui nell’anno successivo a segnalare ad Oscar Hausmann, che potremmo definire il motore della diffusione del Lionismo in Italia, Pier Giovanni Canepele, Avvocato e noto campione di Coppa Davis, per individuare un gruppo di professionisti disponibili a fondare anche a Firenze un Lions Club.
Nell’Archivio del Club, esiste una lettera, datata 24 Ottobre 1952, dove Hausmann racconta a Funaro dei contatti in corso con Canepele per la costituzione del Club di Firenze e della nascita a Torino del 3° Lions italiano, dopo quello di Napoli.
Alla prima riunione erano in diciotto, tutti professionisti ed imprenditori, essi rappresentavano il tessuto connettivo industriale e commerciale della Firenze del tempo: Avvocati, come Carlo Francesco Fedeli e Giovanni Canepele; industriali come Pindaro Carapelli, Giuseppe Gristina, Antonio Marzotto, Ildebrando Weber. il Direttore della Associazione Industriali Guido Postiglione; Albergatori come Milo e Geraldino Kraft, Giuseppe Bonetti; Il Notaio Ugolino Golini; Il Magistrato Francesco Padoin; L’Oculista Ivan Esente; Il Dirigente del Banco di Roma Carlo Barbaia; Il Vice Console Americano John Hawley; il Commercialista Corrado Biancalani, l’Agente di Viaggio Domenico Benini, il Buyer Rupert Maino.
Scrive Maurizio Naldini:
“….Il loro obiettivo, era quello di “servire” gli altri. “Essere solidali con il prossimo mediante l’aiuto ai deboli, il soccorso ai bisognosi, la simpatia ai sofferenti”. Ma tutto questo, dimostrando “ con l’eccellenza delle opere e la solerzia nel lavoro, la serietà nella vocazione professionale.” In pratica, una visione della vita e della società secondo la più limpida etica liberale. Dove i migliori devono continuare ad esserlo perché il mondo ha bisogno di loro. Ma, nello stesso tempo, devono impegnarsi ad aiutare gli altri, a fare in modo che crescano fino a raggiungere traguardi più ambiziosi, e in ogni caso devono farsi carico di chi non ha la forza, o la fortuna, di incamminarsi da solo nei quotidiani confronti della vita….”
Dal bellissimo servizio fotografico, possiamo ricostruire la serata della Charter al Grand Hotel: ammirare gli abiti da sera delle signore, gli impeccabili smoking, rivedere una immagine molto significativa: il Socio che ammira la Charter, Oscar Hausman a tavola con il Cerimoniere Milo Kraft….
….. e per concludere il Ballo. Non molti sanno che a mezzanotte si aprivano le “danze”. Un mondo affascinante e scomparso.
In questo scenario il Club muove i primi passi e in pochi anni aumenta il numero e l’autorevolezza dei Soci.
Vorrei a questo punto sfatare un pregiudizio che considera quei Lions dediti quasi esclusivamente alla beneficenza. Non è così. Scorrendo l’attività di quegli anni, meeting per meeting, (lo potete fare sul nostro sito) si nota come, accanto all’attività benefica, in particolare verso l’infanzia colpita dalla guerra, si fa avanti prepotentemente la passione verso i problemi concreti della ricostruzione e dello sviluppo.
Dai Rapportini inviati alla Sede Centrale, abbiamo trovato, ad esempio, un ritaglio di stampa che descrive un Convegno organizzato presso il Collegio dei Ragionieri il 26 Ottobre 1953.
Cita la cronaca de La Nazione:
“…..Importante convegno che ha presentato, alla cittadinanza, il Lions Club facente parte di un’organizzazione internazionale operante a Firenze da circa otto mesi. L’argomento è stato affrontato in una Tavola rotonda, moderata dal Presidente Pier Giovanni Canepele, che ha illustrato l’idea del Club di far nascere un Palazzo dello Sport a Firenze. Sono intervenuti : L’Assessore allo Sport Sergio Giachetti. Il Conte Di Collalto, Presidente dell’Azienda del Turismo e i Sig.ri Banchieri e Barbieri in rappresentanza dell’ On. Paganelli, Presidente Provinciale del CONI. L’Assessore Sergio Giachetti ha comunicato che il Comune di Firenze è intenzionato a promuovere la costruzione di un grande impianto sportivo coperto donando il terreno…”
Questa intuizione del Lions Club Firenze si concretizzerà venti anni dopo con la costruzione del palazzo dello sport di Campo Marte.
Ma non solo questo argomento fu trattato dal Club. Un’altra perla: il 12 Giugno del 1961 il Socio Giuseppe Paladino, Urbanista, introduce per la prima volta il tema dell’Aeroporto di Firenze a San Giorgio a Colonica, su cui il 18 Aprile 1966, il Club, presieduto da Mario Leone, organizzerà un convegno chiamando a raccolta le autorità di Prato e Firenze. Sappiamo come è andata a finire.
Sicuramente anche gli altri Club della Toscana si trovarono protagonisti di analoghe iniziative nelle loro realtà locali.
Per quanto riguarda il contributo benefico vorrei ricordare due iniziative di quel periodo: Il Premio Lions Club Firenze 1958 e il primo intervento sul tema internazionale dell’aiuto ai non vedenti.
Il 23 Giugno del 1958, Il Presidente Camillo Borgna consegna al sindaco di Firenze Giorgio La Pira il “Premio Lions Club Firenze 1958” del valore di un milione di lire, Alla presenza del Governatore dei Lions Italiani Giovanni Gardini, di tutte le massime Autorità cittadine, di tutti i Consoli stranieri a Firenze e della totalità dei Soci del Club. Il Sindaco ha immediatamente donato tale somma all’Istituto di assistenza fiorentino della “Madonnina del Grappa” creato da Don Facibeni.
Il 22 Aprile del 1961 in Piazza della Signoria alla presenza delle autorità cittadine vengono donati due cani guida a due non vedenti
Ma i Soci del Lions Club Firenze colgono immediatamente anche le opportunità “internazionali” dell’ Associazione e lanciano subito le “ Giornate fiorentine dei Lions Europei” .
Per alcuni anni, Lions provenienti da tutti i paesi Europei potranno godere delle bellezze della città in concomitanza con il “ Maggio musicale fiorentino” e con la “Mostra dell’Artigianato”. Ancora una volta, il Club mette in pratica i principi e gli scopi del Lionismo e si contribuisce a diffondere il messaggio della comune appartenenza all’Europa, politicamente nascente in quegli anni.
Già nel 1955, inizia la diffusione del Lionismo in Toscana. Curioso è notare che in questo sviluppo ha un ruolo oltre al Club di Firenze, che dette vita al Lions Club Prato, anche due Club Emiliani: Parma e Reggio Emilia che furono padrini rispettivamente del Lions Club Montecatini Terme il primo e del Lions Club Viareggio Versilia Host e Lucca il secondo.
Il Club di Firenze, del resto, diffuse il Lionismo a Perugia e Bologna, nonché, grazie al Socio Carlo Barbaia che si era colà trasferito, fu padrino del Lions Club di Francoforte sul Meno.
La visione del Lionismo era quindi senza barriere territoriali. E ogni Presidente del tempo s’impegnava attraverso le sue conoscenze personali e professionali a diffondere l’Associazione
Nel 1956 il Lions Club Lucca sponsorizzò Pisa, il Lions Club di Montecatini Terme, quello di Grosseto. Viareggio Versilia Host, fu padrino del Lions Club Livorno.
Nel 1957 il Lions Club Firenze, fa da padrino ai Club di Arezzo e di Siena, mentre il Club di Prato da vita al Lions Club Empoli.
In dieci anni dal 1953 al 1963 i Club Toscani diventeranno 18.
Non minore importanza ha il ruolo della Toscana nello scenario Lionistico nazionale. Il 12 Settembre 1953 a Firenze, presso lo studio del Socio Lions Notaio Ugolino Golini, i Presidenti del Lions Club di Milano, Torino, Napoli, Firenze, Bergamo e Pescara, danno vita al Distretto 108 ITALY. Firenze è sempre presente alle Convention ed ai Congressi Nazionali.
Nei sei anni successivi i Club italiani diventano così numerosi che per merito del Governatore Distrettuale, Ambasciatore Ugo Sola, si provvede alla creazione del Multi distretto I.T.A.L.Y , suddividendo l’Italia in 5 Distretti. La Toscana fu accorpata con Umbria Lazio e Sardegna nel Distretto L . Primo Governatore del nuovo Distretto fu eletto nell’anno 1959-60 il Socio fondatore del Club di Firenze, Pier Giovanni Canepele.
Il ruolo del Lionismo Toscano cresce e nel successivo anno 1963-64 toccò a Lelio Landi, del Club di Empoli, ricoprire la Carica di Governatore.
La presenza e l’autorevolezza dei Club Toscani, e il ruolo internazionale svolto dal Club di Firenze, fu premiata con l’affidamento della Organizzazione del X Forum Europeo del 1964. L’inaugurazione avvenne nel Salone dei Cinquecento, i lavori si svolsero nella splendida cornice della Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Ma la sorte sta per riservare una tragica prova per Firenze e la Toscana: L’alluvione del 1966.
Le distruzioni subite dal tessuto economico ed artistico, spingono il Lions Club Firenze ad operare con maggiore convinzione sul versante della solidarietà e del coinvolgimento nelle scelte strategiche sul futuro della Città. Il Sostegno ai Soci alluvionati, e contemporaneamente agli “angeli del Fango” sono sintomi di una sensibilità e unità d’intenti tra i Soci che fanno onore a quella generazione di Lions.
Ci racconta Roberto Lallo, nel suo articolo celebrativo del 40° dell’Alluvione:
“….Rileggendo a 40 anni di distanza la corrispondenza del Presidente del tempo, Sergio Giachetti, emerge chiara un’interpretazione del Lionismo su cui dobbiamo puntare la nostra attenzione. La sua filosofia, si basò su quattro pilastri fondamentali: un rapporto stretto con i Soci, la solidarietà verso i bisognosi, i legami Lionistici internazionali e la visione chiara del contributo che l’Associazione poteva dare alla città ed alla società del tempo….”
Arrivarono aiuti dai Lions di tutto il Mondo e il Club di Firenze si trovò d’improvviso al centro di un rapporto operativo con le Autorità cittadine. Il Sindaco dell’Alluvione Piero Bargellini, spesso lasciava il Consiglio Comunale per intervenire ai nostri meeting e si può senz’altro affermare che questa tragica circostanza determinò un salto di qualità nel rapporto tra il Lions Club e la città di Firenze. Per la prima volta i Soci furono chiamati a mettere a disposizione della comunità le proprie capacità professionali ed economiche.
Piero Bargellini, nel gennaio del 1967 fu nominato Socio Onorario, e come scrisse in una lettera autografa, “….La cosa mi fece fare il viso rosso….”
Alla fine dell’annata Lionistica 1966/67, il Presidente Sergio Giachetti, in un grande Interclub con tutti i Lions della II circoscrizione e della Zona E, a Villa La Massa, volle ringraziare tutti i Club che si erano prodigati in quell’annata straordinaria, ed in particolare gli Amici dei Club di Prato, Empoli, Val D’Elsa che avevano aiutato Il Lions Club Firenze a proseguire, seppur ferito, la propria attività, ospitandolo nelle proprie sedi e contribuendo finanziariamente agli interventi umanitari svolti.
Nel 1972, dopo la vicenda della mancata pavimentazione di Piazza Signoria, i fondi raccolti furono utilizzati per il restauro e la sistemazione sulla terrazza degli Uffizi della fontana con il Nano Morgante del Giambologna.
Da ricordare anche i gemellaggi internazionali. Nel 1969, nell’ambito del Gemellaggio tra il Comune di Firenze e la città di Kyoto, detta anche la Firenze del Giappone, anche il Lions Club sigla un gemellaggio con il Lions Club Kyoto Shimei. Un rapporto ancora saldo a distanza di tanti anni.
Tra il 1963 e il 1973 i Club diventeranno 29
Nel 1967-68 viene eletto Governatore Distrettuale, Francesco Cricchio del Club di Livorno e nel successivo 1970-71, Lao Cottini del Club di Siena.
Proprio sotto il suo Governatorato, nel maggio del 1971, Il Lions Club Firenze fu chiamato ad organizzare il XIX Congresso Nazionale Lions, negli splendidi locali del Palazzo dei Congressi appena inaugurato.
Un Congresso sul tema: “ la certezza del Diritto quale garanzia della libertà del cittadino” che, nella storiografia Lionistica, sarà definito il Congresso della svolta, Vale a dire il punto storico di passaggio dei Lions italiani dalla così detta fase assistenziale, a quella propositiva.
Nei primi anni settanta prende vita, anche in Toscana, il programma LEO per merito di Giuseppe Sansonetti del Lions del Club di Civitavecchia.
Firenze, Prato, Pistoia, Grosseto e Piombino dettero vita ai primi Leo Club, permettendo a tanti giovani la possibilità di vivere e applicare i valori e i principi del Lionismo.
Nell’anno 1973-74 Il Socio del Club di Firenze, Mario Giovannini viene nominato Governatore del Distretto 108L e, successivamente, nel 1976-77 Pier Luigi Guidi, del Lions Club Pontedera e nel 1979-80, Enrico Bellini del Lions Club Prato.
Gli anni ’70 rappresentarono per Firenze, un momento di grosso impegno per la definizione del futuro economico e strategico della città. In questo contesto, non c’era tema sul quale il Club non prendesse posizione, o non contribuisse a trovare soluzioni.
Sono gli anni in cui si impostano le scelte sul ruolo di Firenze nel campo Congressuale con la creazione del Palazzo dei Congressi e del polo fieristico della Fortezza; sono gli anni delle prime Mostre mercantili specializzate, che proprio a Firenze prendono le prime mosse, sfruttando la ricchezza del patrimonio di imprese specializzate nel settore della Moda, della Gioielleria e della Pelletteria.
Sono gli anni in cui si fanno quelle scelte che guidarono la città allo sviluppo ed alla sua rinascita.
Tra i Soci del Club di Firenze si annoverano, in quel periodo, importanti personaggi del mondo politico e industriale: Mario Leone, Primo Presidente della Regione Toscana; Franco Tancredi, Presidente del Centro Moda e creatore di Pitti Uomo; Giancarlo Cassi, Presidente della Camera di Commercio di Firenze; Sergio Giachetti, professionista e politico; Luciano Bausi, Sindaco di Firenze e Senatore.
Artemio Franchi, Presidente della Federcalcio e della UEFA; Valentino Giannotti, Presidente della Confcommercio di Firenze; Mario Bellini, Presidente degli Antiquari fiorentini e fondatore della Biennale dell’Antiquariato.
Camillo Borgna, Industriale tessile creatore di Pitti Casa; Varo Girardi, Industriale metalmeccanico; Piero Vallecchi e Enrico Paoletti, Editori; Franco Torrini, Orafo; Umberto Benedetto, Regista radiofonico.
Tutti danno il loro contributo e la politica cittadina si specchia nella attività del Club.
Gli anni ‘80 sono quelli che vedono la nascita, prima dei Club Lioness e, successivamente, dopo la Convenzione internazionale di Taipei del 1987, dei primi Club misti.
Nelle grandi città i Club storici, non senza qualche tensione, vengono affiancati da Club giovani e dinamici. Inizia una trasformazione del tessuto sociale dei Club, la vecchia elite culturale ed economica del dopoguerra, passa la mano alle nuove generazioni di Soci che svilupperanno l’attività dei Club in sintonia con l’evoluzione socio economica della Toscana.
Nel 1983 i Club saranno 41.
Nel 1991, i Club sono 54.
In questo decennio, la Toscana ebbe anche un ruolo di riferimento nel progresso culturale della Associazione. Il Centro Studi del Distretto 108 L, nato da una intuizione di Beppe Taranto, vide per diversi anni come Direttore i Soci del club di Firenze, Paolo Fanfani e Massimo Fabio.
Credo sia giusto ricordare, infine i Soci Lions chiamati a ricoprire il ruolo di Governatore del Distretto 108 L in quegli anni: Brunello Brettoni del Lions Club Sesto Fiorentino nel 1982-83; Luciano Braccini, del Lions Club Pisa nel 1985-86 che fu anche Presidente del Consiglio dei Governatori nell’anno successivo.
Vittorio Pizza, del Lions Club Abetone – Montagna Pistoiese nel 1988-89; Giovanni Fenzi del Lions Club Empoli nel 1991-92.
Con lui si chiude l’esperienza del Distretto 108L
Questa è la nostra storia, ricordata brevemente, mi scuso se spesso ho citato il Club di Firenze. Tutti i Club della nostra Regione meriterebbero una citazione. Io mi sono rifatto al nostro Archivio, ma sono sicuro che, al di là di notizie, magari inedite e curiose, Ognuno di voi potrà riconoscersi in queste cronache e in queste considerazioni.
Questa Storia non è solo la nostra, ma è un patrimonio di tutti i Lions, perché solo conoscendo e rispettando il nostro passato potremo mettere le basi del nostro futuro.
Grazie
Enrico Bausi